venerdì 14 settembre 2018

I tag di formattazione Youtube

Uno dei più interessanti è “yt:quality=high“, un tag che permette un'azione prefdefinita per la riproduzione del video in HD. In questo modo lo spettatore con una linea di connessione veloce vedrà direttamente il video in alta definizione (questa opzione dipenderà dalle dimensioni del devices e dalla finestra del browser). Il tag lo potremo inserire direttamente nel box dei tag!
I tag sono parole chiave descrittive che puoi aggiungere al tuo video per aiutare le persone a trovare i tuoi contenuti. Tuttavia, puoi utilizzare tag anche per modificare l'aspetto e il formato del tuo video su YouTube e sui player incorporati.


Esempi di tag di formattazione

  • yt:quality=high: imposta come predefinita la riproduzione in streaming ad alta qualità (disponibile in base alle dimensioni del player dello spettatore e alla dimensione della finestra del browser)
  • yt:crop=16:9: aumenta lo zoom sul'area a 16:9 e rimuove le bande intorno al video (windowboxing)
  • yt:stretch=16:9: corregge contenuti anamorfici ridimensionandoli a 16:9
  • yt:stretch=4:3: corregge contenuti 720x480, ovvero di proporzione non adatta per la visualizzazione, ridimensionandoli a 4:3
  • yt:crop=off: disattiva gli effetti di ritaglio sul video e ripristina le aree tagliate

sabato 8 settembre 2018

Web scoppia: Tra soli 15 anni rischia il collasso

Gli esperti della Royal Society: "Il traffico dati cresce a dismisura e la fibra ottica non basta più"

Non è la prima volta che viene profetizzato il crollo del web.

Stavolta l'allarme arriva dall'Inghilterra. Quindici anni appena, sostengono dalla Royal Society, e poi Internet potrebbe collassare. Colpa della crescita smisurata del consumo di dati, si parla di un volume aumentato di cinquanta volte in dieci anni, e presto raggiungeremo il limite. "Nei laboratori di ricerca sta già accadendo", spiega Andrew Ellis, professore di ingegneria all'Università di Aston a Birmingham. Specializzato in comunicazioni via fibra ottica, durante la conferenza alla Royal Society è stato lui a mettere nero su bianco una data oltre la quale non si potrà andare. "Considerando che i test nei laboratori sono fra i gli otto e i dieci anni avanti rispetto alla portata della fibra usata dagli utenti, i primi problemi li dovremmo cominciare ad avere già a partire dal 2022. Nel 2030 poi toccheremo il confine oltre il quale sarà impossibile andare".

Colpa dei video ovviamente. Secondo la Cisco il traffico dati crescerà di dieci volte in cinque anni. Previsione confermata anche da Ericsson, secondo la quale i video varranno la metà di quel traffico soprattutto se si parla di smartphone. 

Netflix già oggi ha raggiunto la quota del 35 per cento di tutto quel che passa sulle reti telematiche degli Stati Uniti. In Australia, dove il sevizio di streaming è stato lanciato il 28 aprile, è al 25 per cento del consumo totale di dati. Intanto in Asia la rete mobile di ultima generazione, l'Lte, sta cominciando ad andare stretta. E pensare che è apparsa per la prima volta nel 2009. "Avevamo pensato che il lancio sul mercato della prossima, il 5G che è almeno dieci volte più veloce, sarebbe avvenuto nel 2022", spiega Rinaldo Bausani, mobile broadband manager di Ericsson. "Stiamo anticipando i tempi di due anni. In Giappone e Corea del Sud ad esempio l'uso di dati da smartphone ha ritmi di crescita esponenziale".

Ma anche da noi le cose non vanno diversamente. Solo in Europa e Stati Uniti il consumo pro-capite da dispositivi mobili aumenterà di ben cinque volte entro il 2020. "Bisognerà capire se si tratterà di video o magari di qualcos'altro che oggi ancora non è stato inventato", continua Andrew Ellis. "Ma quello che sicuramente avverrà, perché è una costante da tempo, è la richiesta di una larghezza di banda sempre maggiore. E la fibra, sulla quale passa anche il traffico da smartphone, non ce la farà".
Non è la prima volta che viene profetizzato il crollo del web, nel 1995 Robert Metcalfe, fra i pionieri della Rete e fondatore della 3Com, aveva previsto un crollo catastrofico. Due anni dopo si rimangiò quelle parole. Eppure affermazioni del genere le sentiremo sempre più spesso. Gli operatori telefonici si stanno scontrando con i colossi della Rete dai quali vorrebbero fondi per coprire i costi necessari per le infrastrutture. Ma Google, Facebook, Netflix & Co. non sembrano disposti a cedere. 

Lo scontro sulla neutralità della Rete, che ha visto contrapposti i due fronti, va letto in questa chiave. Più che un dibattito sulla democrazia online, il tentativo di stabilire chi alla fine dovrà tirare fuori i soldi per l'inevitabile ampliamento della Rete. Prima che inizi a rallentare vistosamente.
 
Fonte: Repubblica.it
 
 
 

mercoledì 29 agosto 2018

Come installare WhatsApp sul computer (guida)

Come installare WhatsApp sul computer

WhatsApp può essere utilizzata direttamente dal computer, senza browser. Per installare WhatsApp sul tuo computer, vai sul nostro sito web dal browser del computer oppure scarica l'applicazione dall'App Store di Apple o dal Microsoft Store. WhatsApp può essere installata sul computer solo se il sistema operativo è Windows 8.1 (o una versione più recente) o Mac OSX 10.9 (o una versione più recente). Per tutti gli altri sistemi operativi, è possibile utilizzare WhatsApp Web sul browser qui.

Per installare su Windows 8.1 e versioni successive

  1. dal browser del computer, vai alla pagina di download per scaricare il file .exe
  2. una volta completato il download, apri WhatsApp.exe per installare WhatsApp sul computer
  3. quando l'installazione è completa, avvia WhatsApp sul computer e scannerizza il codice QR per accedere

Per installare su Mac OSX 10.9 e versioni successive

  1. sul browser del computer, vai alla pagina di download per scaricare il file .zip
  2. una volta completato il download, apri il file zip per avviare WhatsApp.app
  3. durante la prima installazione, l'applicazione chiederà se si desidera aggiungere WhatsApp alla cartella delle Applicazioni e al dock del computer
  4. quando l'installazione è completa, avvia WhatsApp sul computer e scannerizza il codice QR per accedere
In alternativa, puoi scaricare e installare WhatsApp per desktop dall'App Store di Apple.

Per eseguire la scansione del codice QR

  • Su Android: schermata delle Chat > Menu > WhatsApp Web.
  • Su iPhone 8.1 e successivi: Impostazioni> WhatsApp Web.
  • Su Windows Phone 8.1 e successivi: schermata delle Chat > Menu > WhatsApp Web.
Nota: i processori ARM e i sistemi basati su Linux non sono supportati




Fonte: faq.whatsapp.com

mercoledì 22 agosto 2018

Bill il nuovo metodo di pagamento con Smartphone

Bill: il nuovo strumento di pagamento

Bill by SisalPay è la nuova App di pagamento che rientra in un percorso di evoluzione digitale dell'azienda, a supporto della crescente esigenza di pagare in modo smart e sicuro.

Bill è l'App per i pagamenti digitali che semplifica ed innova il processo di pagamento.



Pagare gli acquisti quotidiani, ma anche trasferire piccole cifre di denaro tra amici sarà per tutti più comodo, sicuro e conveniente.

Il compito di questa nuova App non sarà solo quello di agevolare i pagamenti, sarà piuttosto una nuova esperienza di acquisto e di vendita: uno strumento in grado di rendere più semplice la vita delle persone.
 

Bill è: 

  • Conveniente

Transazioni totalmente gratuite per il consumatore e promozioni dedicate.

  • Semplice e veloce

Basta registrarsi e scegliere l'importo del budget da trasferire mediante IBAN direttamente sul wallet, per iniziare a scambiare denaro e a pagare negli esercizi convenzionati.

  • Sicuro

Tutti i movimenti sono garantiti da Sisal, Istituto di Pagamento autorizzato da Banca di Italia e sempre consultabili. 



Easy Pay. Easy life.

Bill è la nuova App per effettuare pagamenti direttamente dallo smartphone, senza contanti né carta di credito. Scarica l'app e scopri gli oltre 30.000 Bar, Ristoranti, Negozi ed esercizi commerciali dove poter effettuare i pagamenti dal cellulare e poter accedere agli sconti a te riservati.



Di cosa hai bisogno per registrarti?
 

  • un documento d'identità
  • un codice iban
  • 7 minuti di tempo



Fonte Sisal.com

mercoledì 15 agosto 2018

Storia di Michael Kovatch dominio iphone.com

Anche se datata 2007, questa è una storia che merita di essere raccontata.
Un signore di nome Michael Kovatch diciannove anni fa, nel 1995, aveva registrato il dominio iPhone.com per costruire una società intorno ad esso. L'intenzione era quella di creare una società che offrisse la possibilità di effettuare telefonate attraverso internet. Kovatch pagava circa 50 euro l'anno per mantenere il suo dominio e la moglie diceva infatti che era pazzo.

Kovatch aveva infatti registrato iPhone.com come “casa” del suo store online dedicato alla telefonia e chiamato “The Internet Phone Company”.

IL DOMINIO IPHONE.COM
 
Poi nel 2007, arrivò l'iPhone lanciato da Apple.
Infatti nel gennaio del 2007 Apple decide di utilizzare proprio la parola iPhone per denominare il suo rivoluzionario telefono.
Lo store di Kovatch, in termine di visite e vendite, non andava bene ma da gennaio 2007 cominciò a ricevere un sacco di visite in più, oltre a qualche pressione da parte di Apple per vendere il dominio..
Si avvicina il giugno 2007 e le pressioni si fanno sempre più forti e alla fine poco prima della data di arrivo del telefono nei negozi Apple fa partire l'offertona a sette cifre per l'acquisto del dominio.

Kovatch ed il suo legale avevano infatti pensato di non cederlo e di andare avanti per la loro strada, ma la casa di Cupertino li convinse staccandogli un assegno record da un milione di dollari.

E' stata solo una questione di fortuna il fatto che Apple avesse scelto come nome dei suoi rivoluzionari apparecchi proprio la parola iPhone.
In effetti, come riporta AppleInsider, ora il dominio è di proprietà Apple. Un bel colpo di fortuna per il signor Kovatch; sicuramente se si fosse trattato di una persona che avesse registrato il dominio al solo scopo di spillare soldi al colosso della Mela, Apple avrebbe mandato i suoi avvocati invece di una valigetta ricolma di soldi, come insegna chi ha provato, ai tempi, a registrare il dominio yahoo.it.



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