Il cubo di Rubik è stato oggetto di molte competizioni a soluzione rapida in tutto il mondo e molti fan hanno partecipato alla competizione nel corso degli anni con buoni risultati. Finora, il record mondiale per la soluzione più veloce al Cubo di Rubik è di soli 3,47 secondi, stabilito dal giocatore cinese Du Yusheng. Il robot creato da Redditor iBoot32 ha risolto un puzzle 3D in meno di due secondi, battendo quel record con un ampio margine.
Ora vediamo come si ottiene questo risultato: il quadrato centrale su entrambi i lati del cubo di Rubik rimane fermo. Ruotando gli altri quadrati della faccia, puoi ruotare l'intero lato del cubo. Il design del robot iBoot32 sfrutta questa condizione e collega sei motori passo-passo al quadrato centrale su ciascuno dei sei lati del Cubo. Questa configurazione consente al robot di manipolare completamente il cubo di Rubik. La scheda Arduino Mega 2560 controlla sei motori tramite uno shield CNC con driver DRV8825. Il tempo esatto necessario per risolvere un cubo dipende dal suo stato iniziale, ma iBoot32 afferma che in genere sono necessari da 1,5 a 2 secondi. iBoot32 può inserire manualmente lo stato iniziale del cubo o utilizzare la visione artificiale per inserire automaticamente lo stato nel software del risolutore.
Il 25 settembre gli italiani sono chiamati alle urne
Le ultime tendenze dei social media indicano che le elezioni generali saranno fortemente influenzate dal candidato che otterrà il maggior numero di follower su Facebook, retweet su Twitter e like su Instagram.
Secondo un recente sondaggio condotto tra gli elettori di tutte le fasce demografiche, il 71% dichiara che sarebbe più propenso a votare per un candidato se i suoi account sui social media fossero interessanti e divertenti da leggere. Ciò significa che se i candidati vogliono conquistare gli elettori, devono impegnarsi a fondo per entrare in contatto con loro su piattaforme di social media come Facebook, Twitter e Instagram.
E non si tratta solo di avere grandi numeri: agli elettori interessa anche il coinvolgimento dei vostri post! Non serve a nulla avere milioni di follower se i vostri tweet sono noiosi o offensivi, perché le persone non vi seguiranno invece di interessarsi a ciò che avete da dire.
Internet è una fonte inesauribile di informazioni, ma a volte può essere difficile trovare quello che stai cercando tra i miliardi di siti web disponibili.
Ecco i 10 siti più utili per trovare informazioni su internet:
Google: Il motore di ricerca più popolare al mondo, Google offre una vasta gamma di risultati per qualsiasi ricerca che effettui.
Wikipedia: Un'enciclopedia online gratuita e collaborativa, Wikipedia è una fonte affidabile per informazioni su una vasta gamma di argomenti.
YouTube: Il più grande sito di video al mondo, YouTube offre una vasta gamma di video informativi su una vasta gamma di argomenti.
IMDb: Il sito di riferimento per le informazioni sulle pellicole e sui programmi televisivi, IMDb offre informazioni dettagliate su cast, trama, recensioni e altro.
LinkedIn: Il più grande sito professionale al mondo, LinkedIn offre informazioni su professionisti e aziende, così come opportunità di lavoro e di networking.
Amazon: Il più grande negozio online al mondo, Amazon offre informazioni dettagliate su milioni di prodotti, tra cui recensioni degli utenti e valutazioni dei produttori.
TripAdvisor: Il sito di viaggi più grande al mondo, TripAdvisor offre recensioni degli utenti e informazioni su hotel, ristoranti e attrazioni turistiche in tutto il mondo.
Goodreads: Il sito di recensioni di libri più grande al mondo, Goodreads offre recensioni degli utenti e informazioni su libri di tutti i generi.
Glassdoor: Il sito leader per le recensioni dei dipendenti, Glassdoor offre informazioni su stipendi, benefici, culture aziendali e altro per migliaia di aziende.
Quora: Una piattaforma di domande e risposte, Quora offre informazioni su una vasta gamma di argomenti dalle fonti più autorevoli e esperte.
Questi sono solo alcuni dei siti più utili per trovare informazioni su internet, ma ci sono molti altri siti web che possono essere utili a seconda delle tue esigenze specifiche. Spero che questa lista ti possa essere d'aiuto per la tua ricerca di informazioni online.
Jeff Bezos (fondatore di Amazon) usava un Amazon Fire Phone (quando esisteva). Oggi usa un iPhone.
Tim Cook (CEO di Apple) utilizza un iPhone.
Elon Musk (CEO di Space X e Tesla) utilizza un iPhone.
Bill Gates (fondatore di Microsoft) utilizza un iPhone e un telefono Android (e ha confessato in un'intervista che preferisce il suo telefono Android).
Evan Spiegel (fondatore di Snapchat) utilizza un iPhone.
Mark Zuckerberg (fondatore di Facebook) ha utilizzato un iPhone in passato. Oggi è un fan di Samsung.
Larry Page e Sergey Brin (co-fondatori di Google) utilizzano telefoni Android.
Sundar Pichai (CEO di Google) utilizza un Pixel 4XL.
Warren Buffet
era famoso per non usare uno smartphone, ma soltanto un iPad per
seguire il mercato azionario e un cellulare vecchio stile per le
telefonate.
A
primo impatto sembra semplicemente la foto di un uovo che “in qualche
modo” ha ricevuto quasi 50 milioni di like, battendo il precedente
record di Kylie Jenner.
Tuttavia,
se rompiamo un attimo l’uovo e andiamo all'albume (!) della questione,
scopriamo che dietro questa semplice foto c’è un’enorme campagna di
marketing virale.
Difatti,
grazie al coinvolgimento di influencer e giornalisti, si è generato un
effetto valanga, anche - e soprattutto - a livello mediatico, che ha
indotto milioni di utenti a lasciare un like al simpatico ovetto,
divenuto sostanzialmente “famoso” perché tutti dicono che lo è.
“Ok, ma cosa se ne fanno di tutti questi like?”
Una parola: visibilità.
E
con questa campagna, il team di marketer che c’è dietro ne ha avuto
parecchia. Ora come ora, se volessero pubblicare un post sponsorizzato
sull'uovo-account, potrebbero guadagnare cifre da capogiro.
Peraltro,
nel frattempo hanno lanciato anche un e-commerce, dove puoi comprare
magliette che raffigurano il protagonista di tutta questa faccenda,
l’uovo.
No,
normalmente esiste un minimo di caratteri (3) ad esempio per il .com è 3
caratteri ed i rari casi in cui è permesso di solito il registro
proprietario dell' estensione .
Ma esiste il dominio x.com
E'
di proprietà di Elon Musk, ed è stato originariamente utilizzato da lui
nel 1999 per il sito di una sua banca online, che alla fine è diventata
PayPal. Musk ha poi venduto le sue quote di PayPal insieme a quel
dominio a e-Bay, per un sacco di soldi.
Nel
2017 però si è ricomprato da PayPal il dominio X, ufficialmente per
ragioni sentimentali (ha detto di esserci molto affezionato).
Da allora, se si apre il link ( http://x.com ), si ottiene una pagina che contiene solo una lettera x minuscola in
alto a sinistra. Se invece si apre una qualunque sottopagina, in alto a
sinistra c'è una y (es: http://x.com/test )
Quello
che però si mormora, è che X potrebbe in futuro diventare il nome della
holding controllante tutte le attività di Elon Musk. In quel caso,
avere un dominio così prestigioso avrebbe un suo perché.
È
una notizia diffusa dal The New York Post, frutto di un’intervista con
Rian Johnson. Quando ho cercato “cattivi che usano iPhone” questo
articolo del Post era in cima alla pagina. Ora è diventato virale.
Apple
ovviamente non commenterà niente di tutto ciò, perciò non possiamo
avere nessuna certezza. Diciamo che Apple preferisce che nei film i
cattivi usino un Galaxy Fold o un LG V60, ma non possono costringere un
produttore cinematografico a fare ciò. Anche se i dispositivi forniti
fossero per scopi pubblicitari, e Apple sporgesse querela, la cosa non
arriverebbe in tribunale.
Ciò
che è curioso, stando a quanto dice Johnson, è che se lo spettatore
pensa che un personaggio sia dalla parte dei buoni, e non sta usando un
iPhone, allora deve trattarsi certamente di un villain, o comunque
facente parte della squadra dei “cattivi”. Ok, prendiamola per buona.
Essendo un fanboy di Apple, faccio molta attenzione ai dispostivi Apple
presenti nei film che guardo. E mi sembra che molti cattivi usino spesso
dei MacBook. Al contrario molti “buoni” usano spesso PC o laptop.
Insieme a mia moglie sto guardando Person of Interest su
Netflix, e il protagonista, Harold Fynch, usa un PC nel quartier
generale e un MacBook sul campo. Probabilmente la sua morale è ambigua.
Iniziamo dalle parole dove come vi abbiamo già anticipato figurano
parole legate alla pandemia e al coronavirus, ma non solo. In classifica
sono presenti anche termini legati all’attualità e più recenti come le elezioni USA e Maradona, scomparso pochi giorni fa. Ecco la classifica delle 10 parole più cercate su Google nel 2020:
Più acquisti online, ma spendendo meno del solito. E' l'effetto della
crisi del coronavirus che ha accelerato la transizione verso il mondo
digitale, con effetti che si sentiranno nei comportamenti dello
shopping in modo duraturo, anche nella ripresa economica. A
sottolinearlo è il rapporto 'Covid-19 e l'e-commerce' dell'Unctad,
l'organismo Onu per il commercio e lo sviluppo.
Un sondaggio tra 3.700 consumatori in 9 Paesi industrializzati (tra cui
l'Italia) o emergenti, ha rilevato che oltre la metà degli interpellati
ora fa acquisti online più frequentemente e utilizza Internet per
seguire le notizie, avere informazioni legate alla salute e
per l'intrattenimento digitale. In base ai dati raccolti
in collaborazione con la Netcomm Suisse eCommerce Association, gli
acquisti digitale sono aumentati dall'inizio dell'epidemia, rispetto al
2019, nella maggior parte delle categorie di prodotti. La percentuale di
consumatori che fa almeno un acquisto online ogni due mesi è aumentata
del 10% per i prodotti Ict ed elettronici, del 9% per i farmaceutici e
gli utensili per giardinaggio e il fai-da-t, dell'8% nell'istruzione e
nei corsi online, del 7% per i mobili per la casa e del 6% per i
cosmetici.
Spesa mensile media diminuita
Tuttavia, la spesa mensile media per consumatore è diminuita in modo
marcato, perchè sono state rinviate le grandi spese, sottolinea il
rapporto. La caduta è evidente soprattutto nel settore turismo è viaggi
(-75%), probabilmente il più colpito alla crisi, ma sono in calo, come
valore medio mensile degli acquisti, anche l'Ict (-48%), i mobili (-53%)
e la moda (-43%). Più contenuta la flessione della spesa per i
prodotti agro-alimentari (-11%) e farmaceutici (23%). Aumento acquisti online è stato forte soprattutto in Cina e Turchia
A livello geografico l'aumento degli acquisti online è stato
forte soprattutto in Cina e Turchia, meno evidente in Svizzera
e Germania, dove l'e-commerce era già molto diffuso prima della
pandemia. La maggior parte degli interpellati dal sondaggio, e in
particolare quelli di Cina e Turchia, sottolineano che continueranno a
fare acquisti online e che anche in futuro si concentreranno sui
prodotti essenziali. Quanto ai viaggi, la preferenza va soprattutto
agli spostamenti locali, il che suggerisce - conclude il rapporto - che
la crisi avrà un impatto duraturo sul turismo internazionale.
La famosa piattaforma cinese ha spopolato tra gli adolescenti di
tutto il mondo, alcuni dei quali si sono ritrovati improvvisamente a
fare i conti con un seguito enorme. Una tale opportunità si è quindi
rivelata una vera miniera d’oro.
Stando all’indagine condotta da Forbes, il tiktoker più pagato negli scorsi 12 mesi ha guadagnato ben 5 milioni di dollari. Vediamo di chi si tratta.
1. Addison Rae Easterling – 5 milioni di dollari
É lei la più ricca di TikTok! Addison Rae Easterling
nel periodo giugno 2019 – giugno 2020 è infatti arrivata ad intascare
ben 5 milioni di dollari. Tutto questo grazie ai suoi 54,1 milioni di
follower, la sua nuova linea di trucchi Item Beauty e le collaborazioni con American Eagle e Spotify. La 19enne dopo aver lasciato l’Università delle Louisiana si è inoltre trasferita a Los Angeles per creare il collettivo noto come Hype House.
2. Charli D’Amelio – 4 milioni di dollari
Con oltre 77 milioni di followers, la 16enne ha raggiunto la cifra di
4 milioni di dollari, aggiudicandosi il secondo posto. Poco dopo aver
postato su TikTok per la prima volta a giugno 2019, è salita sul palco con Bebe Rexha durante un suo concerto, è stata ospite al The Tonight Show con Jimmy Fallon, alla settimana della moda di Parigi per Prada ed è anche apparsa in un spot per il Super Bowl. Lei e la sorella Dixie hanno da poco lasciato la Hype House e sono diventate il nuovo volto di Hollister.
3. Dixie D’Amelio – 2,9 milioni di dollari
Con un guadagno di ben 2,9 milioni di dollari e oltre 32 milioni di follower, Dixie D’Amelio raggiunge il terzo posto. Lei e la sorella Charli si sono trasferite a Los Angeles e negli ultimi mesi le due sorelle hanno firmato un accordo con l’azienda di cosmetici Hollister e Morphe. A giugno Dixie ha anche pubblicato il suo primo singolo Be Happy, accumulando oltre 50 milioni di stream.
4. Loren Gray – 2,6 milioni di dollari
Loren Gray si guadagna la quarta posizione con 2,6 milioni di dollari e 46 milioni di follower. Nel 2018 ha ottenuto un accordo con la Virgin Records e da allora ha pubblicato otto singoli e ha collaborato con marchi quali Skechers, Hyundai e Burger King. Al momento è impegnata con un nuovo contratto per Revlon.
5. Josh Richards – 1,5 milioni di dollari
Il primo ragazzo ad entrare in classifica è invece Josh Richards con i suoi 1,5 milioni di dollari. I suoi guadagni vengono dagli accordi di sponsorizzazione con Reebok e HouseParty, le pubblicità su YouTube e un nuovo accordo per la creazione di canzoni con Warner Records. La star canadese ha anche co-fondato la società di gestione dei talenti TalentX e l’azienda di bevande Ani Energy. Infine ha co-fondato Sway House, il collettivo TikTok noto per feste e bravate.6. Michael Le – 1,2 milioni di dollari
All’ultimo posto troviamo invece Michael Le con i suoi 1,2 milioni di dollari. Anche lui ha avviato, assieme al fratellino di 5 anni, un gruppo ikTok in una casa di Los Angeles dal nome Shluv House. Tra le sponsorizzazioni più redditizie c’è la sua collaborazione con la bevanda energetica Bang.
6. Spencer X – 1,2 milioni di dollari
Con i suoi 1,2 milioni di dollari guadagnati, Spencer X si aggiudica la sesta posizione a pari merito con Michael Le.
Il suo sogno è quello di essere il primo beatboxer-celebrity al mondo e
potrebbe avverarsi presto grazie ai suoi 10 milioni di fan su TikTok. Tra le sue sponsorizzazioni troviamo quelle con Uno, Oreo e Sony.
Come sicuramente saprete, i video possono avere differenti risoluzioni,
da quelle più basse (a 240, 320 e 480p) fino all’alta definizione (come
l’HD e il Full HD). Più di recente sono stati lanciati nuovi formati,
come il Full HD+, il 2K e il 4K.
Quanti giga consuma un film con delle risoluzioni ridotte, sotto l’alta definizione? In questo caso si potrebbero calcolare circa 200-300 MB per ogni ora di visione,
tenendo comunque presente che la qualità sarà insufficiente per gli
standard attuali. Con la risoluzione a 480p (SD), invece, si potrebbe
raggiungere un compromesso, con una visione discreta e un consumo che
non supera il GB all’ora (siamo sui 600-700 MB).
Chi vuole godere di una connessione ad alta definizione, invece, dovrà tenere in considerazione l’alto consumo:
se avete un piano dati molto generoso potreste optare per uno standard
di questo tipo, sfruttando al meglio il display del vostro dispositivo.
Ecco quali sono i consumi per gli standard più alti:
qualità HD (a 720p): si arriva a circa 900 MB per ogni ora di visione;
qualità Full HD (1080p): il consumo è pari a circa 1,5 GB ogni ora;
qualità QHD (2K): con questa risoluzione si consumeranno circa 3 GB all’ora;
qualità UHD (4K): con i video in Ultra HD si possono superare anche i 7 GB all’ora.
Confrontando la top 10 del 2019 con quella del 2020, non ci sono
grosse variazioni. Ai colossi del web come Google, Facebook e YouTube,
si affiancano Wikipedia, il re dello shop online Amazon e i due siti di
informazione più letti in Italia, che risultano essere Repubblica.it e,
da quest’anno, Corriere.it, che passa dalla diciassettesima alla decina
posizione in classifica. Sempre più consultazione da dispositivi mobili
per i siti di news. Gli accessi di Affaritaliani sono mobili per circa il 93% delle visite.
Nella top 11-50 troviamo una predominanza di 3 tipologie di siti:
Lo studio è stato effettuato attraverso lo strumento Traffic Analytics,
passando in rassegna più di 680 mila domini. Questo rapporto elenca i
siti più popolari del database di SEMrush, classificato per il numero di
utenti che visitano il sito. Anche quest’anno, come per le scorse
edizioni, la classifica ripartisce il traffico desktop dei siti da
quello mobile. Come si può notare, è sempre più netta la sproporzione
tra desktop e mobile, con quest’ultimo che, tranne poche eccezioni, si
attesta con una media di oltre il 70% un po’ per tutti i siti della
classifica.
Accelera la crescita degli acquisti online di prodotti: l'eCommerce raggiungerà i 22,7 miliardi nel 2020 (+26%), 4,7 miliardi di euro in più rispetto al 2019. Sono i dati resi noti in settimana dall'Osservatorio B2c del Politecnico di Milano.
Ma gli elementi caratterizzanti di questi dati sono almeno tre:
innanzitutto una maggiore penetrazione del mondo dell'eCommerce rispetto
al totale retail, passando dal 6 all'8%. Il secondo dato è che mentre i
settori più maturi storicamente nell'ambito del commercio elettronico
salgono con un tasso sostenuto, quelli che stanno dando la maggiore
spinta sono i comparti emergenti, come il food&grocery
che genera 2,5 miliardi di euro (+56%) e l'arredamento e home living,
con un giro d'affari di 2,3 miliardi di euro e un indice di crescita che
si attesta sul +30%. Complice anche il lungo lockdown dovuto alla
pandemia da Covid19, - e questo è il terzo dato -
reggono e crescono sia l'informatica che l'elettronica di consumo (sei
miliardi di euro di fatturato e un +18% rispetto al 2019),
l'abbigliamento (3,9 miliardi e un +21%) e anche l'editoria (1,2
miliardi di euro e un + 16%). Le cifre complessive parlano chiaro: gli
acquisti on line fatti dai consumatori italiani varranno, nel 2020, 22,7
miliardi di euro, ben 4,7 miliardi in più rispetto al 2019. Si tratta
dell'incremento in valore assoluto più alto di sempre. La fotografia
scattata dall'Osservatorio del Politecnico di Milano non lascia ombre:
l'eCommerce è ormai diventato parte integrante del mercato complessivo
italiano e i consumatori si stanno sempre più orientando verso questo
tipo di acquisto.
Ragazzo di 17 anni rifiuta 8 milioni di dollari per il suo colosso web sul Covid: «Non amo speculare»
È americano, ha soli 17 anni, ha creato un colosso web sul coronavirus, e ha rifiutato una mega-offerta d'acquisto da 8 milioni di dollari. Motivo? Semplice, non ama le speculazioni. «Sono giovane, solo 17 anni, non mi servono tutti quei soldi, non voglio approfittare dell'emergenza sanitaria». E' la storia diAvi Schiffmann,
residente nello Stato di Washington, che ha fatto il giro del mondo. Ha
realizzato un portale sul Covid-19 da 30milioni di visitatori al giorno
per un totale di 700 milioni di visualizzazioni: consente di tenere
traccia dei numeri legati ai casi di coronavirus nel mondo.
Sul sito sfilano dati su infezioni, morti e guariti
suddivisi per tutti i paesi del mondo e basati sulle comunicazioni
dell’Organizzazione Mondiale della Sanità e degli altri enti nazionali.
Si può visionare anche una mappa con la diffusione dell’infezione, oltre
a informazioni aggiornate sul virus, compresi i vademecum sui corretti
comportamenti anti-Covid. Un'impresa non da poco. Gli può capitare, per
esempio, di restare sveglio fino alle 7 del mattino a sistemare errori
nel codice, nella cui programmazione ha messo centinaia di ore. Una
volta, è stato sveglio per 50 ore per correggere gli errori.
Sulla vendita, però, il giovane programmatore resta fermo sulla sua idea. «Le persone pensano che me ne pentirò, ma sto pensando di fare molte cose in futuro», spiega Schiffmann, che nel frattempo sta ricevendo svariate offerte di lavoro, anche da colossi come Microsoft.
Dai dati forniti da Google Trends, gli italiani in questa quarantena dovuta al coronavirus hanno in mente soltanto due cose, Inps e Pornhub. Infatti queste due parole sono quelle più ricercate sul famoso motore di ricerca.
Il noto sito per adulti, da quando milioni di persone sono state
costrette all’isolamento in casa, ha avuto un notevole incremento di
visite, arrivando ad essere il sito più cliccato in Italia,
specialmente dopo che la piattaforma di streaming video aveva dato la
possibilità ai suoi utenti di usufruire gratuitamente della versione Premiumdel sito.
Nella giornata di ieri però, Pornhub è stato scavalcato dal sito
dell’Inps. Questo cambio al vertice è iniziato quando è stato attivato
il Bonus di 600 euro per i lavoratori autonomi, che ha
spinto oltre 4 milioni di italiani a riversarsi sul portale della
previdenza sociale italiana.
Anche quest’anno la classifica di Google "Un anno di ricerche 2019"
racconta gli eventi più importanti attraverso le parole più digitate
dagli italiani e cioè "i termini di ricerca per cui è stato rilevato il
più alto picco quest'anno rispetto all'anno precedente.
Le 10 parole più cercate su Google nel 2019
1. Nadia Toffa 2. Notre Dame 3. Sanremo 4. Elezioni europee 5. Luke Perry 6. Governo 7. Joker 8. Mia Martini 9. Mahmood 10. Thanos
I 10 personaggi più cercati su Google nel 2019
1.Nadia Toffa 2. Luke Perry 3. Mia Martini 4. Mahmood 5. Mauro Icardi 6. Cameron Boyce 7. Matthijs De Ligt 8. Achille Lauro 9. Emma Marrone 10. Patty Pravo.
I 10 "come fare" più cercati su Google nel 2019
1.Domanda navigator 2. Cubo di Rubik 3. Valigia 4. Nodo alla cravatta 5. Passaporto 6. Boccoli 7. Testo argomentativo 8. Fattura elettronica 9. Aereo di carta 10. Chignon
I 5 "perché" più cercati su Google nel 2019
1. È caduto il governo 2. È stata rinviata Lazio-Udinese 3. Si chiamano Sardine 4. La Turchia attacca i curdi 5. Non siamo più tornati sulla Luna
I 5 "cosa significa" più cercati su Google nel 2019
Il 6 agosto 1991 Tim Berners-Lee pubblicò dal Cern il primo sito web
al mondo. Alla fine del 1992 online c’erano solo 3 siti internet, ma
dall’anno successivo, quando il WWW divenne più accessibile, in web ha
iniziato a crescere a dismisura.
Tra i 3000 siti attivi nel 1994, c’era una neonata Yahoo!, che
inizialmente si chiamava ‘Jerry and David’s Guide to the World Wide
Web’. Quando 4 anni dopo Google piombò sulla scena, i siti erano saliti a
oltre 2 milioni.
A distanza di più di 20 anni – durante i quali sono nate realtà oggi
dominanti come Facebook, Youtube e Instagram – oggi il contatore ha
toccato quota 1,71 miliardi di siti. Il picco, nel 2016 quando in tutto
il web era popolato da oltre 1,76 miliardi di portali.
Ecco il grafico riassuntivo del sito Statista.com che racconta come è cresciuto il web in poco meno di 30 anni.
Prima di salire su un aereo tutti i dispositivi elettronici (Smartphone in particolare) devono essere spenti.
Questa è sempre stata la regola negli ultimi decenni, in prima
approssimazione per eliminare qualsiasi tipo d'interferenza che potrebbe
provocare un incidente aereo.
Il discorso è ovviamente estendibile anche a portatili, tablet ed iPod
cioè a tutti quei dispositivi in grado di emanare onde
elettromagnetiche.
COSA SUCCEDE NON ATTIVANDO LA MODALITA' AEREO?
Per evitare di spegnere il cellulare, ormai da anni, è stata
implementata la funzione "modalità aereo" che detto in parole povere
mette offline il dispositivo.
Essa sospende il segnale di trasmissione del dispositivo.
Come si sa, qualsiasi dispositivo elettronico, in maniera particolare i
cellulari, producono delle onde radio. Potrete provare questo effetto
avvicinando uno Smartphone ad una Radio, sentendo il fastidioso rumore
provocato dalle onde radio.
Questa stessa interferenza si manifesta anche nel segnale radio degli
aerei e il pilota ne sente il rumore direttamente in cuffia.
Se su ogni volo ci fossero 40 cellulari accesi, la ricerca di un segnale radio diventerebbe quasi impossibile.
Ecco perché molte compagnie chiedono ai passeggeri di attivare il flight mode sui dispositivi prima di partire.
Il rischio è che i segnali di cellulari e tablet facciano interferenza con quelli dell’aereo.
Le frequenze di un cellulare quindi disturbano le comunicazioni radio e danno fastidio ai piloti.
Di fatto ci sono stati episodi in cui i telefoni accesi a bordo hanno
portato a delle complicazioni, a causa di una cattiva comprensione del
comando della torre di controllo, due aerei stavano per partire in
contemporanea.
Il rischio interferenze si manifesta soprattutto ad altezze limitate, dove vengono utilizzate le frequenze GSM.
In modalità aereo i sistemi di comunicazione mobile UMTS, LTE e GSM (il
più fastidioso di tutti) vengono disattivati, e la ricerca di segnale
quindi è annullata.
Anche la distanza del telefono dalla cabina di comando ha un influsso sull'interferenza.
Negli aerei più grandi, tra i piloti e i passeggeri c'è una stanza per
l'equipaggio che contribuisce a schermare i segnali. Soltanto nei
piccoli aerei a breve percorrenza c'è la possibilità che il segnale di
un cellulare raggiunga il pilota, ma non è raro che la colpa sia di un
membro dell'equipaggio.
Anche in modalità aereo, uno smartphone emette ancora qualche radiazione
elettromagnetica (come fanno i dispositivi che non possono connettersi a
internet, come ad esempio lettori MP3) ma sono sicuramente
trascurabili.
La maggior parte delle compagnie aeree è in grado di gestire eventuali
problemi che sorgono da un dispositivo Wi-Fi ma le telecomunicazioni
come detto potrebbero essere disturbate (soprattutto in fase di decollo
ed atterraggio).
Gli aerei di nuova generazione sono sicuramente meglio schermati contro
le interferenze elettromagnetiche e ogni disturbo che può colpire un
circuito elettrico dovuto a induzione elettromagnetica o a radiazione
emessa da una sorgente esterna.
Per attivare la modalità aereo è sufficiente cliccare sull’icona a forma di aeroplano presente nelle impostazioni.
Fatto ciò verrà disabilitata la connessione Wi-Fi, connessione dati e Bluetooth.
La modalità aereo disattiva anche la ricezione cellulare. Ciò significa che non è possibile effettuare chiamate o mandare SMS.