Negli ultimi mesi hacker russi e nordcoreani, sostenuti dai governi,
avrebbero cercato di rubare dati preziosi sul vaccino contro il Covid-19
dalle principali aziende farmaceutiche e dai ricercatori che lavorano
per trovare una cura per la malattia.
La denuncia parte dal colosso della tecnologia MIcrosoft, secondo cui la
maggior parte degli attacchi rilevati non ha avuto successo. L'azienda,
però, non ha fornito informazioni su quanti siano invece riusciti o su
quanto gravi fossero tali violazioni.
La maggior parte degli obiettivi, situati in Canada, Francia, India,
Corea del Sud e Stati Uniti, erano "direttamente coinvolti nella ricerca
di vaccini e trattamenti per il Covid-19" in varie fasi della
sperimentazione clinica.
La società ha identificato uno dei gruppi di hacker come 'Fancy Bear',
gli agenti militari russi che il National Cyber Security Center
britannico ha indicato a luglio come responsabili dei tentativi di
intrusione. Altri due sono il gruppo 'Lazarus' della Corea del Nord e un
gruppo che Microsoft ha identificato come 'Cerium'.
In un post sul blog di Microsoft, il vicepresidente per la sicurezza Tom
Burt afferma che "la maggior parte di questi attacchi è stata bloccata
dalle protezioni di sicurezza integrate nei nostri prodotti. Abbiamo
informato tutte le organizzazioni prese di mira e, laddove gli attacchi
hanno avuto successo, abbiamo offerto aiuto"
Gli attacchi più recenti
Gli attacchi informatici che prendono di mira il settore sanitario e
sfruttano la pandemia non sono una novità, ricorda Microsoft, e i
ransomware (richieste di pagamento di riscatto) hanno preso di mira
ospedali e organizzazioni sanitarie negli Stati Uniti.
L'elenco dei cyberattacchi, dall'inizio della pandemia, comprendono
l'ospedale universitario di Brno nella Repubblica Ceca, il sistema
ospedaliero di Parigi, i sistemi informatici degli ospedali spagnoli,
gli ospedali in Thailandia, le cliniche mediche nello stato americano
del Texas, un'agenzia sanitaria nello stato americano dell'Illinois e
anche organismi internazionali come l'Organizzazione mondiale della
sanità.
In Germania, una donna di Dusseldorf sarebbe diventata la prima vittima
conosciuta a seguito di un attacco informatico a un ospedale.
Colpiti anche Giappone e Australia
Anche alcuni istituti di ricerca giapponesi che sviluppano vaccini
contro il coronavirus sarebbero stati colpiti da attacchi informatici, a
quanto sembra di provenienza dalla Cina: lo aveva rivelato, nei giorni
scorsi, Crowdstrike, una società di sicurezza informatica statunitense.
L'ente nazionale per la Cybersecurity del governo giapponese, a seguito
della rivelazione, ha lanciato un appello alle case farmaceutiche
istituti di ricerca ad aumentare i livelli di allerta contro tentativi
di intrusione allo scopo di rubare informazioni riservate.
fonte: rainews.it