sabato 29 settembre 2018

in arrivo la Pubblicità su WhatsApp !

Pubblicità su WhatsApp, su iPhone arriva prima del previsto

WhatsApp ha iniziato a sperimentare su versioni beta per iOS gli annunci all'interno della propria applicazione, ed entro il 2019 tutti vedremo le pubblicità

28 Settembre 2018 - Stando alle ultime indiscrezioni, gli sviluppatori WhatsApp stanno lavorando per introdurre in tempi brevi le pubblicità sulla famosa applicazione per la messaggistica.  Molto probabilmente a breve partirà una prima fase di test con le pubblicità WhatsApp nella versione beta dell’app per iOS.

Non si tratta di una notizia che sorprende troppo. Da diverso tempo infatti gli sviluppatori dell’app per la messaggistica avevano avvisato gli utenti che entro il 2019 le pubblicità sarebbero state inserite su tutte le versioni di WhatsApp. A questo proposito, Brian Acton, co-fondatore di WhatsApp ha fatto sapere che al momento dell’acquisto da parte di Facebook dell’applicazione Mark Zuckerberg parlò immediatamente dell’inserimento degli annunci per generare dei guadagni con WhatsApp. Gli sviluppatori ottennero al momento della vendita il funzionamento del servizio senza pubblicità per almeno cinque anni dopo l’acquisizione però ora per Facebook è arrivato il momento di iniziare a monetizzare da WhatsApp.

Come funzioneranno le pubblicità su WhatsApp
Tra molti utenti la notizia di annunci all’interno di WhatsApp ha scatenato il panico. In molti hanno iniziato ad immaginarsi chat e conversazioni interrotte di continuo dall’ennesima pubblicità. La scelta di Facebook però non è quella di inserire gli annunci in stile Spotify o YouTube. Almeno all’inizio le pubblicità si troveranno solo nella sezione dedicata agli Stati. Dopo un certo numero di Stati degli amici visualizzati vederemo una pubblicità. Vi suona familiare? Esatto, è la stessa cosa che accade ormai da alcuni mesi nelle Storie di Instagram. Facebook dunque va sul sicuro almeno in questa prima fase di inserimento degli annunci su WhatsApp e usa uno schema che ha già sperimentato con successo su altre piattaforme di sua proprietà. Le aziende si sono già dette entusiaste della possibilità di sponsorizzare prodotti e servizi su WhatsApp, basti pensare che nonostante uno scarso successo iniziale al momento gli Stati su WhatsApp vantano quasi 450 milioni di utenti attivi al giorno. Facebook ha inoltre fatto sapere i nomi di alcune aziende che troveremo negli annunci: Uber e Singapore Airlines. Inoltre Mark Zuckerberg ha fatto sapere che nel 2019 anche su Facebook Storie e Messenger Storie arriveranno gli annunci in stile Instagram. 




mercoledì 26 settembre 2018

Ecommerce Hub - 5 Ottobre 2018


Ecommerce Hub è l’evento dedicato al commercio in tutte le sue forme, come disciplina in costante trasformazione per essere adattato alle esigenze del pubblico, che cambiano con il passare del tempo. Molte le motivazioni che, negli ultimi anni, hanno portato le aziende ad avvicinarsi al commercio elettronico e, nel mezzo, centinaia di trend che attendono solo di essere sfruttati per dare al meglio i propri frutti.
Il succo di Ecommerce Hub 2018 sarà dare spazio a proposte sempre nuove ed analizzare l’evoluzione digitale degli ultimi anni e quella per il futuro. Le data è ancora in fase di sviluppo ma resta confermata la location dello scorso anno: l’ex Tabacchificio Centola di Pontecagnano Faiano (SA).

Il futuro dell' e-commerce nel 2028



La ricerca “E-commerce in Italia” di Casaleggio Associati è lo studio del mercato e-commerce italiano dal punto di vista dei numeri, dei trend e delle strategie adottate dai principali operatori del mercato.
Dal 2007 la ricerca ed il convegno “E-commerce in Italia” realizzati da Casaleggio Associati rappresentano un importante appuntamento di networking e aggiornamento per gli operatori del commercio elettronico in Italia, con un’ampia copertura da parte dei media di settore.
La partecipazione è riservata ai merchant e-commerce: imprenditori, amministratori delegati, direttori generali, responsabili marketing, responsabili e-commerce e responsabili Internet.

Smau Napoli 2018 – 6^ edizione 13 Dicembre 2018



Manifestazione dedicata ad information technology, soluzioni hardware & software, tecnologie digitali per soggetti pubblici e privati, con workshop formativi gratuiti e premiazioni. Finale della 1^ edizione del Campionato universitario Maker. Venerdì sarà ospitato l’Open Day di VulcanicaMente 4^ edizione.

Ingresso Viale Kennedy 54
Partecipazione ad inviti previa registrazione su www.smau.it

sabato 22 settembre 2018

10 consigli per scegliere un giusto nome dominio

10 consigli per scegliere il nome giusto per un dominio

Quando si intende aprire un sito o un blog si arriva sempre ad affrontare la difficile e delicata questione della scelta del nome del dominio. La decisione sembra semplice ma non lo è poiché questa influenzerà molti altri fattori tipici di chi poi vuol farsi trovare online.

Un dominio troppo difficile non sarà comprensibile “offline” quando viene comunicato a voce, per telefono o se lo vogliamo scrivere velocemente senza fare lo spelling. Un dominio troppo banale potrebbe non essere professionale e non dare la giusta credibilità alla nostra azienda.

Se invece il nostro brand ha una denominazione abbastanza famosa e riutilizzata in altri luoghi o settori, il dominio .it più semplice potrebbe essere già stato registrato.

Come possiamo trovare il dominio giusto?

Abbiamo già visto in precedenza come scegliere un dominio e come scegliere le estensioni personalizzate. Precisando che il successo di un nome è dominato da molti altri fattori, cercherò con questo post di fornire qualche consiglio utile per la registrazione di un dominio di carattere professionale di una certa importanza che non sia scontato.

Leggi i nostri 10 consigli per registrare il dominio perfetto:

1. Associare il nome del dominio a quello del sito
è più comune per i blog più che per i siti aziendali, comunque in linea di massima è bene far coincidere il dominio al nome del sito in modo da incentivare la ricerca e i benefici SEO. Il principale motivo di questa scelta è semplice: le persone effettuano le ricerche a seconda del nome che si ricordano; se nome e dominio coincidono il gioco è fatto!

2. Scegliere un nome facile da ricordare

Dominio perfettoL'ideale nella scelta del dominio perfetto è riuscire ad ottenere un nome breve, così si evita il rischio di un errore di battitura, ma anche facile da ricordare. Indirizzi web con queste caratteristiche sono facilmente riconoscibili e si diffonde facilmente il passaparola.
Il consiglio che viene dato usualmente è quello di non superare nomi composti di 2-3 parole.

3. Verificare prima la disponibilità

Accade spesso che si voglia registrare un dominio con un nome che in realtà non è associato a nessun sito però non è disponibile perché acquistato già da altra persona o servizio che registra diversi indirizzi e poi li rivende.
In questo caso le possibilità sono due: si contatta il proprietario del nome di dominio e si contratta l'acquisto oppure si cerca la disponibilità di un dominio con lo stesso nome ma con estensione diversa, ad esempio .com o .net se, per esempio, non è disponibile il .it.

4. Aggiungere brand e parole chiave

Questo fattore di scelta è forse il più fondamentale e delicato. Esistono diverse scuole di pensiero che sostengono l'uso di più parole chiave all'interno del nome di dominio mentre altre preferiscono lavorare sul SEO e scegliere un dominio generico che richiama il brand.
Il consiglio che si può dare è quello di utilizzare il brand come prima scelta soprattutto se ha un nome forte e conosciuto, mentre ripiegare sulle keyword (anche in aggiunta al brand) in caso di mancata disponibilità o in presenza di un settore di nicchia in cui certe parole chiave fanno parte della terminologia comune.

5. Analizzare la concorrenza
Come spesso accade per ogni settore, capire le scelte dei principali competitor può essere di grande aiuto per prendere le decisioni giuste per il nostro business. Se molti utilizzano il nome del brand come nome di dominio, meglio non uscire molto dagli schemi per fare gli anticonformisti, i clienti potrebbero essere disorientati e scegliere il nostro concorrente perché lo trovano più affidabile.

6. Scegliere l'estensione

Estensioni dominio giustoLa scelta dell'estensione del dominio deve essere valutata a seconda degli obiettivi aziendali. Gli ecommerce spesso utilizzano domini .com in quanto hanno valenza più internazionale. D'altro canto gli utenti italiani spesso si sentono più sicuri a visitare un sito .it.

Non ci sono molte alternative quando si vuole lavorare in un determinato mercato a scegliere l'estensione del paese stesso: ad esempio scegliere il .es per i siti spagnoli.
Il consiglio migliore però è questo: se non si hanno problemi di budget, è sempre bene scegliere diverse estensioni associate allo stesso nome di dominio. Per esempio scegliere nomedominio.it, nomedominio.com e nomedominio.net pur mantenendo attivo un solo sito.

7. Evitare (nel limite del possibile) i trattini
Ci sono pro e contro nell'utilizzo dei trattini nel nome di dominio. Se il dominio desiderato è già stato preso, l'uso dello stesso nome spezzato da un trattino potrebbe essere una valida alternativa così come ne guadagna la leggibilità e la memorizzazione di un sito. Di contro però c'è il rischio di dimenticarsi di mettere i trattini oppure complicare la digitazione da dispositivi mobili.

8. Considerare l'inserimento di numeri
Non ci sono particolari controindicazioni nell'utilizzo di un numero all'interno di un dominio anche se deve essere rilevante al suo interno. Forse l'unico difetto sarà quello di doverlo specificare quando si comunica il dominio a voce, ad esempio: “www punto 3 (a cifra) campane punto it”.

9. Valutare bene l'uso di nomi generici

A seconda dello scopo del nostro sito, può capitare che sia vantaggioso scegliere una composizione di parole come nome di dominio.Nuovi domini generici

VacanzeSicilia.it però potrebbe essere troppo generico come dominio perché le statistiche dimostrano che gli utenti tendono ad essere più specifici quando effettuano delle ricerche: quindi sarà probabile che un utente cerchi “vacanza Agrigento” oppure “vacanza Favignana”.
Dunque il consiglio potrebbe essere quello di utilizzare nomi specifici se si ha la possibilità, ad esempio se il nostro è un sito che promuove affitti di appartamenti a Favignana.

10. Chiedere consiglio
Avendo dimestichezza nel proprio mestiere, capita a volte di perdere concezione di chi e come effettivamente farà uso del web per trovare il nostro sito. Cerchiamo quindi di chiedere il parere ad altre persone (interne ed esterne alla nostra attività) prima di registrare un dominio.

Sarebbe bene fare una piccola ricerca di mercato per conoscere le modalità di ricerca da parte degli utenti finali del nostro sito o come si aspetterebbero di trovarci online. In base alle risposte, trarre le conclusioni per scegliere il nome anche se questo poco ci aggrada: se gli utenti non riusciranno a trovare il nostro sito velocemente tenderanno ad abbandonare la ricerca.

Ultimo consiglio:
una volta scelto il dominio, creare uno o più indirizzi email sfruttando il nome scelto. Questo accrescerà la reputazione dell'azienda e rafforzerà l'identità del brand.
Il dominio giusto: conclusioni

Diciamoci la verità, quante volte abbiamo visto l'azienda X pubblicizzare il proprio sito e utilizzare come indirizzo email un “@yahoo.it”? Non ti pare poco professionale? Proprio così!

E tu cosa pensi di questi 10 consigli? Adotti tecniche diverse, hai uno schema che segui ad ogni registrazione dominio? Usi un metodo differente se si tratta di un tuo dominio o di un dominio di un cliente? Sei tu che consigli lui o il contrario?
Insomma, inviaci i tuoi suggerimenti perché, come avrai capito, si tratta di un'attività che non può essere standardizzata ma che va meditata e approcciata con una strategia corretta.



venerdì 14 settembre 2018

I tag di formattazione Youtube

Uno dei più interessanti è “yt:quality=high“, un tag che permette un'azione prefdefinita per la riproduzione del video in HD. In questo modo lo spettatore con una linea di connessione veloce vedrà direttamente il video in alta definizione (questa opzione dipenderà dalle dimensioni del devices e dalla finestra del browser). Il tag lo potremo inserire direttamente nel box dei tag!
I tag sono parole chiave descrittive che puoi aggiungere al tuo video per aiutare le persone a trovare i tuoi contenuti. Tuttavia, puoi utilizzare tag anche per modificare l'aspetto e il formato del tuo video su YouTube e sui player incorporati.


Esempi di tag di formattazione

  • yt:quality=high: imposta come predefinita la riproduzione in streaming ad alta qualità (disponibile in base alle dimensioni del player dello spettatore e alla dimensione della finestra del browser)
  • yt:crop=16:9: aumenta lo zoom sul'area a 16:9 e rimuove le bande intorno al video (windowboxing)
  • yt:stretch=16:9: corregge contenuti anamorfici ridimensionandoli a 16:9
  • yt:stretch=4:3: corregge contenuti 720x480, ovvero di proporzione non adatta per la visualizzazione, ridimensionandoli a 4:3
  • yt:crop=off: disattiva gli effetti di ritaglio sul video e ripristina le aree tagliate

sabato 8 settembre 2018

Web scoppia: Tra soli 15 anni rischia il collasso

Gli esperti della Royal Society: "Il traffico dati cresce a dismisura e la fibra ottica non basta più"

Non è la prima volta che viene profetizzato il crollo del web.

Stavolta l'allarme arriva dall'Inghilterra. Quindici anni appena, sostengono dalla Royal Society, e poi Internet potrebbe collassare. Colpa della crescita smisurata del consumo di dati, si parla di un volume aumentato di cinquanta volte in dieci anni, e presto raggiungeremo il limite. "Nei laboratori di ricerca sta già accadendo", spiega Andrew Ellis, professore di ingegneria all'Università di Aston a Birmingham. Specializzato in comunicazioni via fibra ottica, durante la conferenza alla Royal Society è stato lui a mettere nero su bianco una data oltre la quale non si potrà andare. "Considerando che i test nei laboratori sono fra i gli otto e i dieci anni avanti rispetto alla portata della fibra usata dagli utenti, i primi problemi li dovremmo cominciare ad avere già a partire dal 2022. Nel 2030 poi toccheremo il confine oltre il quale sarà impossibile andare".

Colpa dei video ovviamente. Secondo la Cisco il traffico dati crescerà di dieci volte in cinque anni. Previsione confermata anche da Ericsson, secondo la quale i video varranno la metà di quel traffico soprattutto se si parla di smartphone. 

Netflix già oggi ha raggiunto la quota del 35 per cento di tutto quel che passa sulle reti telematiche degli Stati Uniti. In Australia, dove il sevizio di streaming è stato lanciato il 28 aprile, è al 25 per cento del consumo totale di dati. Intanto in Asia la rete mobile di ultima generazione, l'Lte, sta cominciando ad andare stretta. E pensare che è apparsa per la prima volta nel 2009. "Avevamo pensato che il lancio sul mercato della prossima, il 5G che è almeno dieci volte più veloce, sarebbe avvenuto nel 2022", spiega Rinaldo Bausani, mobile broadband manager di Ericsson. "Stiamo anticipando i tempi di due anni. In Giappone e Corea del Sud ad esempio l'uso di dati da smartphone ha ritmi di crescita esponenziale".

Ma anche da noi le cose non vanno diversamente. Solo in Europa e Stati Uniti il consumo pro-capite da dispositivi mobili aumenterà di ben cinque volte entro il 2020. "Bisognerà capire se si tratterà di video o magari di qualcos'altro che oggi ancora non è stato inventato", continua Andrew Ellis. "Ma quello che sicuramente avverrà, perché è una costante da tempo, è la richiesta di una larghezza di banda sempre maggiore. E la fibra, sulla quale passa anche il traffico da smartphone, non ce la farà".
Non è la prima volta che viene profetizzato il crollo del web, nel 1995 Robert Metcalfe, fra i pionieri della Rete e fondatore della 3Com, aveva previsto un crollo catastrofico. Due anni dopo si rimangiò quelle parole. Eppure affermazioni del genere le sentiremo sempre più spesso. Gli operatori telefonici si stanno scontrando con i colossi della Rete dai quali vorrebbero fondi per coprire i costi necessari per le infrastrutture. Ma Google, Facebook, Netflix & Co. non sembrano disposti a cedere. 

Lo scontro sulla neutralità della Rete, che ha visto contrapposti i due fronti, va letto in questa chiave. Più che un dibattito sulla democrazia online, il tentativo di stabilire chi alla fine dovrà tirare fuori i soldi per l'inevitabile ampliamento della Rete. Prima che inizi a rallentare vistosamente.
 
Fonte: Repubblica.it
 
 
 

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