La ricerca “E-commerce in Italia” di Casaleggio Associati è lo studio del mercato e-commerce italiano dal punto di vista dei numeri, dei trend e delle strategie adottate dai principali operatori del mercato.Dal 2007 la ricerca ed il convegno “E-commerce in Italia” realizzati da Casaleggio Associati rappresentano un importante appuntamento di networking e aggiornamento per gli operatori del commercio elettronico in Italia, con un’ampia copertura da parte dei media di settore.La partecipazione è riservata ai merchant e-commerce: imprenditori, amministratori delegati, direttori generali, responsabili marketing, responsabili e-commerce e responsabili Internet.
mercoledì 10 ottobre 2018
Mashable Social Media Day – 18/20 ottobre 2018
Torna il Mashable Social Media Day 2018, in una tre giorni ancora da definire. L’evento è rivolto ad agenzie di comunicazione, aziende, direttori marketing, freelance, startup, PMI e professionisti che operano nel settore del Digital Marketing, che desiderano accrescere, aggiornarsi o approfondire la propria conoscenza del mondo digitale, dei principali strumenti di Social Media Marketing e degli ultimi trend nell’ambito dell’innovazione tecnologica e dell’imprenditoria.
Certamente il Mashable #SMDAYIT+#DIDAYS si conferma uno tra gli eventi digital 2018 più attesi e di maggior rilievo, anche grazie alla confermata partnership con i Digital Innovation Days. Ancora da definire la location ma certamente si svolgerà a Milano, come le precedenti edizioni.
mercoledì 3 ottobre 2018
Che cos’è Tor Project e a che cosa serve
Nei segreti del software per navigare la rete in maniera anonima. Usato
per garantire la privacy di giornalisti, whistleblower e dissidenti
politici, è anche il nome del network omonimo che protegge le proprie
comunicazioni usando la crittografia
IMMAGINATEVI il web come un iceberg. La sua
punta è fatta dal web di superficie, quella dove troviamo Facebook,
Twitter, i siti dell'università o del nostro giornale preferito. Sotto
il pelo dell'acqua c'è il resto dell'iceberg, il Deep Web,
cioè la porzione del web non indicizzata dai motori di ricerca e i cui
siti non riusciremmo a trovare neppure con Google. E poi c'è una parte
del deep web, più difficile da scoprire, il Dark web, che può essere
raggiunta solo con speciali software come TOR, acronimo di The Onion Router.
Tor è un software per navigare la rete in maniera anonima. Usato per garantire la privacy di giornalisti, whistleblower e dissidenti politici, è anche il nome del network omonimo che protegge le proprie comunicazioni usando la crittografia. Liberamente scaricabile dal web, il Tor browser ha l'aspetto di un semplice browser - è una versione modificata di Mozilla Firefox -, ma quando lo si usa riesce a schermare la connessione tra l'utente e la sua destinazione impedendo a uno spione di sapere chi sta guardando un certo sito o usando un certo servizio web.
Tor riesce ad anonimizzare i suoi utilizzatori perché impedisce l'analisi del traffico delle comunicazioni via internet, dal web surfing alle chat, attraverso una rete di computer intermedi tra il computer di partenza e quello di arrivo, i cosidetti onion router, gestiti in parte dal Tor Project e in parte da volontari. Con Tor i dati trasmessi in rete sono protetti da tre strati successivi di crittografia, come gli strati di una cipolla: da qui il nome "onion" che in inglese vuol dire cipolla.
Con il browser Tor si può navigare qualsiasi sito in maniera anonima, ma il software blocca video e contenuti basati su Flash e Java ad esempio, e impedisce di aggiungere al browser funzionalità che potrebbero essere manipolate per rivelare l'indirizzo IP dell'utente, cioè per identificare la nostra "impronta digitale" quando ci connettiamo a Internet. Tor permette anche di creare dei siti nascosti con il suffisso ".onion" le cui comunicazioni sono protette sia in entrata che in uscita.
Usare Tor rende difficile ma non impossibile determinare l'indirizzo IP di un utente e negli anni il network stesso dei suoi router è stato messo a dura prova da attacchi informatici e operazioni di polizia. Anche per questo il nuovo consiglio direttivo ha deciso di potenziare il network del progetto con l'obbiettivo di garantire un'efficace tutela dei diritti civili in rete.
Tor è un software per navigare la rete in maniera anonima. Usato per garantire la privacy di giornalisti, whistleblower e dissidenti politici, è anche il nome del network omonimo che protegge le proprie comunicazioni usando la crittografia. Liberamente scaricabile dal web, il Tor browser ha l'aspetto di un semplice browser - è una versione modificata di Mozilla Firefox -, ma quando lo si usa riesce a schermare la connessione tra l'utente e la sua destinazione impedendo a uno spione di sapere chi sta guardando un certo sito o usando un certo servizio web.
Tor riesce ad anonimizzare i suoi utilizzatori perché impedisce l'analisi del traffico delle comunicazioni via internet, dal web surfing alle chat, attraverso una rete di computer intermedi tra il computer di partenza e quello di arrivo, i cosidetti onion router, gestiti in parte dal Tor Project e in parte da volontari. Con Tor i dati trasmessi in rete sono protetti da tre strati successivi di crittografia, come gli strati di una cipolla: da qui il nome "onion" che in inglese vuol dire cipolla.
Con il browser Tor si può navigare qualsiasi sito in maniera anonima, ma il software blocca video e contenuti basati su Flash e Java ad esempio, e impedisce di aggiungere al browser funzionalità che potrebbero essere manipolate per rivelare l'indirizzo IP dell'utente, cioè per identificare la nostra "impronta digitale" quando ci connettiamo a Internet. Tor permette anche di creare dei siti nascosti con il suffisso ".onion" le cui comunicazioni sono protette sia in entrata che in uscita.
Nato per proteggere le comunicazioni della Marina militare americana, da
oltre dieci anni il sistema viene sviluppato dal Tor Project, una
fondazione finanziata dalla Electronic Frontier Foundation. Nel tempo
Tor è diventato il maggior alleato di chi in rete vuole comunicare,
informarsi e collaborare senza farsi scoprire. Viene usato da persone
che nelle scuole e nelle biblioteche cercano informazioni sensibili su
Aids e HIV, sull'omosessualità e le dipendenze, oppure da chi in rete
cerca consigli ai propri problemi e supporto psicologico come le vittime
di abusi sessuali. Ma proprio perché garantisce la privacy delle
comunicazioni è uno degli strumenti più usati dai criminali per fare
affari nel Dark web.
E il Dark web è il nascondiglio preferito di
cybertruffatori e blackmarket, siti di e-commerce che vendono droghe,
armi, e materiale pedopornografico. Ma nel dark web ci sono anche i
fedeli di religioni fuorilegge come i Falun Gong cinesi, giornalisti a
caccia di prove e hacker governativi che si scambiano tool informatici e
conoscenze di alto livello. É stato a lungo il luogo privilegiato per
le transazioni in bitcoin.
Usare Tor rende difficile ma non impossibile determinare l'indirizzo IP di un utente e negli anni il network stesso dei suoi router è stato messo a dura prova da attacchi informatici e operazioni di polizia. Anche per questo il nuovo consiglio direttivo ha deciso di potenziare il network del progetto con l'obbiettivo di garantire un'efficace tutela dei diritti civili in rete.
sabato 29 settembre 2018
in arrivo la Pubblicità su WhatsApp !
Pubblicità su WhatsApp, su iPhone arriva prima del previsto
28 Settembre 2018 - Stando alle ultime indiscrezioni, gli sviluppatori WhatsApp stanno lavorando per introdurre in tempi brevi le pubblicità sulla famosa applicazione per la messaggistica. Molto probabilmente a breve partirà una prima fase di test con le pubblicità WhatsApp nella versione beta dell’app per iOS.
Non si tratta di una notizia che sorprende troppo. Da diverso tempo infatti gli sviluppatori dell’app per la messaggistica avevano avvisato gli utenti che entro il 2019 le pubblicità sarebbero state inserite su tutte le versioni di WhatsApp. A questo proposito, Brian Acton, co-fondatore di WhatsApp ha fatto sapere che al momento dell’acquisto da parte di Facebook dell’applicazione Mark Zuckerberg parlò immediatamente dell’inserimento degli annunci per generare dei guadagni con WhatsApp. Gli sviluppatori ottennero al momento della vendita il funzionamento del servizio senza pubblicità per almeno cinque anni dopo l’acquisizione però ora per Facebook è arrivato il momento di iniziare a monetizzare da WhatsApp.
Come funzioneranno le pubblicità su WhatsApp
Tra molti utenti la notizia di annunci all’interno di WhatsApp ha scatenato il panico. In molti hanno iniziato ad immaginarsi chat e conversazioni interrotte di continuo dall’ennesima pubblicità. La scelta di Facebook però non è quella di inserire gli annunci in stile Spotify o YouTube. Almeno all’inizio le pubblicità si troveranno solo nella sezione dedicata agli Stati. Dopo un certo numero di Stati degli amici visualizzati vederemo una pubblicità. Vi suona familiare? Esatto, è la stessa cosa che accade ormai da alcuni mesi nelle Storie di Instagram. Facebook dunque va sul sicuro almeno in questa prima fase di inserimento degli annunci su WhatsApp e usa uno schema che ha già sperimentato con successo su altre piattaforme di sua proprietà. Le aziende si sono già dette entusiaste della possibilità di sponsorizzare prodotti e servizi su WhatsApp, basti pensare che nonostante uno scarso successo iniziale al momento gli Stati su WhatsApp vantano quasi 450 milioni di utenti attivi al giorno. Facebook ha inoltre fatto sapere i nomi di alcune aziende che troveremo negli annunci: Uber e Singapore Airlines. Inoltre Mark Zuckerberg ha fatto sapere che nel 2019 anche su Facebook Storie e Messenger Storie arriveranno gli annunci in stile Instagram.
mercoledì 26 settembre 2018
Ecommerce Hub - 5 Ottobre 2018
Il succo di Ecommerce Hub 2018 sarà dare spazio a proposte sempre nuove ed analizzare l’evoluzione digitale degli ultimi anni e quella per il futuro. Le data è ancora in fase di sviluppo ma resta confermata la location dello scorso anno: l’ex Tabacchificio Centola di Pontecagnano Faiano (SA).
Il futuro dell' e-commerce nel 2028
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