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lunedì 1 aprile 2019

Statistiche Internet In Tempo Reale (Internet In Real Time)



Vorreste avere un quadro riassuntivo di cosa succede su Internet in "Real Time"? (tempo reale)
Per tempo reale vuol dire "secondo per secondo".
Oggi vi propongo due siti interessanti.
Intendiamoci, niente che vi cambierà la vita ma fa comunque impressione leggere certi, mostruosi, numeri.
Sarà possibile verificare quanti utenti ci sono su Internet, quante mail vengono scambiate al giorno, quanti tweets, il numero di siti web, i post scritti sui blog, le foto caricate su Instagram, i video su Youtube, gli utenti attivi su Facebook passando anche per tablet, computer e smarphone venduti oggi!
Tutto questo è verificabile su Internet Live Stats
Meno completo ma molto carino (e a colori) anche Internet In Real Time

lunedì 4 marzo 2019

Cosa succede ogni 60 secondi in rete ?

 

Quanti movimenti e dati vengono scambiati in Rete in un solo minuto? Ecco, spicchio per spicchio, la sorprendente analisi sviluppata dall’americana Qmee.
Il motore di ricerca più usato al mondo, Google, viene contattato ogni 60 secondi per 2 milioni di richieste immesse nella sua maschera.
Facebook pubblica 41mila post (messaggi di stato, condivisioni, immagini e così via) ogni secondo, mentre ogni 60 si cliccano 1,8 milioni di “mi piace” e 350 GB di dati passano per i server.
Sono 204 milioni le email spedite in media ogni minuto.
Anche i siti internet continuano a crescere, ne nascono infatti ogni minuto 571 nuovi, dai più grandi ai più piccoli.
Per quanto riguarda invece la registrazione dei domini presso i registri nazionali, ogni 60 secondi ne vengono approvati 70 nuovi.
In tutto il mondo si caricano circa 72 ore di video su YouTube in ogni singolo minuto.
Quanto a Twitter invece, ogni minuto vengono pubblicati 278mila tweet da 140 caratteri (secondo i dati di Global Web Index gli utenti attivi nel mondo sarebbero ormai 288 milioni).
Amazon, sito mondiale di e-commerce, raccoglie ogni 60 secondi vendite per 83mila dollari, pari a circa 62mila euro.
Gli acquisti di album o di singoli brani procedono, dal catalogo online di Apple iTunes, a ritmo di 14mila pezzi.
In poche decine di secondi si chiacchiera molto su Skype: 1,4 milioni di connessioni passano per il servizio VoIP per telefonare da internet più usato al mondo.
Mentre su Instagram, il social per la condivisione di immagini via cellulare, si pubblicano 3600 foto addirittura al secondo, e i dati ufficiali di Instagram stesso parlano di 8500 “like”al secondo.
Il mondo del lavoro e della ricerca di posizioni aziendali aperte macina pagine viste a ritmo di 11mila “ricerche professionali” al minuto, e il dato è relativo solo al social professionale LinkedIn.
Quanto si scrive e si pubblica sui blog? Via WordPress, oggi la piattaforma più diffusa, ogni minuto si aggiungono 347 nuovi post.
Su Flickr, piattaforma di pubblicazione di immagini per professionisti e amatori, si visualizzano 20 milioni di scatti.
Il social network che cataloga immagini Pinterest registra 11mila utenti attivi nel minuto, anche se questa piattaforma continua a essere amata soprattutto in America e in particolare dalle donne.
Su Tumblr, il sistema di pubblicazione focalizzato sulle immagini, si immettono 20mila nuove foto al minuto.
Anche la musica si muove velocemente di minuto in minuto: su Spotify, piattaforma per ascoltare gratuitamente canzoni in streaming, vengono caricati 14 brani ogni 60 secondi.
Su Snapchat, il sistema di condivisione che permette di autodistruggere i file dopo poco tempo dalla loro ricezione, passano 104mila foto al minuto.
Dalle pagine web di Walmart, il gigante americano della grande distribuzione, partono 17mila transazioni per acquisto di beni di consumo.


(testi di Eva Perasso da Corriere.it)

lunedì 14 gennaio 2019

331 milioni di domini, uno ogni 21 persone

Il mercato dei domini continua la sua inesorabile crescita, con risultati costanti che rimarcano l’importanza chiave di questo settore in un mondo ormai sempre più interconnesso. Secondo VeriSign, nel secondo trimestre del 2017, il numero di registrazioni totali è salito a 331.9 milioni, con un incremento dello 0,4% rispetto al precedente trimestre (+1.3 milioni di domini), mentre su base annuale la crescita è pari al 6,2% (+6.4 milioni di domini). I ccTLD sono ora a quota 144.2 milioni, con un incremento dello 0.8% rispetto al Q1 2017. Su base annua il valore di crescita si attesta invece sul 2.6%. Le estensioni .com e .net sono ora 144.3 milioni, con un aumento dello 0.8% rispetto allo scorso anno.


La scelta del nome del sito e del relativo dominio di secondo livello si rivela dunque un compito tutt’altro che semplice: esso caratterizzerà infatti la presenza online del proprio brand, fornendo una visione d’insieme riguardante i prodotti e i servizi offerti dal sito, identificando inoltre i valori e lo spirito dell’azienda. È dunque importante scegliere un nome unico e distintivo, breve, intuitivo, facile da ricordare e soprattutto adatto al proprio target. Da non sottovalutare il posizionamento sui motori di ricerca, che potrà essere incentivato utilizzando delle keyword piuttosto popolari all’interno dell’ambito nel quale ci si vuole affermare. Anche il dominio di primo livello giocherà un ruolo importante nel processo di crescita del brand, indicando l’area di riferimento. Il dominio .com è ad oggi utilizzato a livello globale per identificare qualunque tipologia di sito web, mentre il dominio .it è spesso utilizzato dalle aziende operanti in ambito prettamente nazionale. Il dominio .eu è impiegato dalle aziende attive in tutta la Comunità Europea, mentre il dominio .org si riferisce generalmente a organizzazioni no profit.

Il mercato pullula di sconti interessanti sulla registrazione di un nuovo dominio, che variano di settimana in settimana e che sono rigorosamente da tenere d’occhio. I prezzi dei maggiori operatori, Register.it, Aruba, GoDaddy oscillano fra 0,99 e 1,21 Euro. Quindi senza una variazione così sostanziale, ma la vera differenza si vede nei trasferimenti.

Oggi quasi tutti possiedono un sito web, quindi un dominio, e se si desidera trasferirlo presso un altro provider, che ad esempio offra un servizi o di assistenza più puntuale e attento, il prezzo varia molto da operatore a operatore. In questo caso Register.it è il più conveniente comprendendo in soli 0,45 Euro, oltre al trasferimento, 3 caselle email, home page del sito e spazio disco illimitato per un anno. Mentre il prezzo di Aruba è quasi dieci volte superiore con 3,99 Euro e quello di GoDaddy sfiora i 10 Euro. Il trasferimento è un’operazione da valutare seriamente perché a un prezzo irrisorio si può passare ad un provider che garantisca un supporto qualificato e competente che davvero fa la differenza.

lunedì 7 gennaio 2019

Milioni di piccole aziende non sono ancora online

Ad oggi, in Italia si contano oltre 3 milioni di domini registrati e un numero di siti web poco meno inferiore. Tuttavia i numeri ci dicono che, a differenza del resto del mondo, nel nostro paese non c’è ancora sufficiente coscienza dell’importanza di avere un sito e quindi un nome a dominio. Tenendo conto del fatto che le partite IVA attive sono 6,2 milioni, si evince che ancora qualche milione di aziende italiane, verosimilmente medio-piccole, non sono presenti online.


I siti web italiani sono riferiti ai temi più disparati, dai semplici blog personali ai più elaborati portali di notizie, senza dimenticare i forum e l’e-commerce. Questo settore, in particolare, conta numeri da record: nell’ultimo anno, il valore complessivo degli acquisti online ha raggiunto i 23,6 miliardi di euro in Italia, con un incremento del 17% rispetto al 2016. Medaglia d’oro spetta al settore del Turismo (9,2 miliardi, +7%) seguito da Informatica ed Elettronica di consumo (4 miliardi, +28%), e Abbigliamento (2,5 miliardi, +28%).

Crescono anche gli acquisti via smartphone, con un incremento pari al 65% rispetto al 2016, superando per la prima volta i 5,8 miliardi di euro. Nel 2017, i consumatori che hanno effettuato almeno un acquisto online sono aumentati del 10% rispetto al 2016, raggiungendo quota 22 milioni. Tra questi, i clienti abituali dei siti web di  e-commerce italiani sono pari a 16,2 milioni e spendono in media 1.357 euro all’anno.
Prima di procedere alla creazione di un nuovo sito web, è dunque importante analizzare nel dettaglio lo scenario del mercato di riferimento, in modo da mettere in atto un’adeguata strategia che consenta di ottenere il successo desiderato. Per evitare di incorrere in errori di varia natura, la maggior parte dei professionisti si affida a specialisti del settore, in grado di garantire ottimi risultati a prezzi spesso competitivi.

Register.it presenta delle tariffe molto contenute, che variano in base al progetto da realizzare. Il portale vanta un personale altamente qualificato che realizzerà il tuo sito web in ogni sua parte seguendo le tue direttive, dalla scelta del design fino alla stesura dei contenuti e all’ottimizzazione delle pagine per i motori di ricerca. Register.it pone inoltre grande attenzione alla componente social del tuo sito, offrendoti una soluzione Social che include:
  • Analisi preliminare e raccolta dei contenuti del sito.
  • Home page con carousel.
  • 4 pagine descrittive con testi e foto.
  • News, mappa e form contatti.
  • Dominio con 3 email.
  • Creazione Facebook fan page e Google My Business.
Il pacchetto Social ti offre la possibilità di stabilire un contatto diretto con i tuoi clienti grazie alla Fan Page di Facebook. Inoltre, grazie alla formula “fatti notare su Google”, la scheda Google My Business sarà sempre ben visibile nei risultati di ricerca, con foto, orari e contatti. Il miglior modo per fidelizzare i tuoi clienti e trovarne di nuovi.

Fonte: CENTR (the association of European country code top-level domain name registries)

sabato 29 dicembre 2018

I siti che hanno generano più traffico in Italia nel 2018

Nonostante i dati reali siano a conoscenza degli specifici publisher/webmaster, SEMrush, uno strumento di analisi delle performance dei siti web, è in grado di darci delle stime di visibilità complessiva dei siti web, permettendo dunque, di formulare una classifica di quelli che, a tutti gli effetti, rappresentano i siti più visitati in Italia.
Una delle funzioni offerte da SEMrush si chiama "Traffic Ranking" e permette appunto, di conoscere la stima del volume globale di traffico dei siti più visitati in una nazione, ad esempio in Italia.


Ecco quali sono i primi dieci siti internet che generano più traffico in Italia nel 2018:

- wikipedia.org       354,7m
- youtube.com        185,3m
- facebook.com       175,3m
- google.it                  77,8m
- amazon.it                 68,3m
- google.com              55,8m
- tripadvisor.it              47,2m
- repubblica.it              39,1m
- mediaset.it                 36,8m
- corriere.it                    34,1m

Da notare come, nelle primissime posizioni, dopo che svettano i colossi del web, compaiono i più importanti siti di informazione in Italia.
Andando in fondo nella classifica, come conferma anche l'infografica dei siti più visitati in Italia pubblicata lo scorso anno da Webinfermento, (e che sarà aggiornata a fine mese con i nuovi dati), sono presenti nelle prime cento posizioni anche molti siti adult e di gioco online .
La classifica di quali sono i siti più cliccati in Italia conferma quali sono le tendenze di navigazione principali dell'utente medio. Accesso ai social network e ai principali portali di informazione, a cui seguono il tempo libero, gli acquisti online (Amazon, Booking, ecc.) e anche un certo investimento nel gioco online, che, stando all'ultimo report sul E-commerce online in Italia prodotto da Casaleggio&Associati, si attesta attorno al 29% del totale del fatturato online in Italia.

domenica 23 dicembre 2018

Le parole più cercate su Google in Italia 2018


Anche se l’Italia non c’era i Mondiali sono stati la parola più cercata su Google in Italia del 2018. Siamo un popolo di sportivi (da divano) e l’assenza della nostra Nazionale non ha fermato l’interesse per i Mondiali. Al secondo posto la scomparsa di Marchionne, il manager Fiat amato e odiato, ma da tutti rispettato, la sua scomparsa ha turbato tutto il mondo, non solo l’Italia. Tra le parole più cercate du google in Italia 2018 non poteva mancare l’affare del secolo. Ronaldo, passato sorprendentemente alla Juventus. E poi Fabrizio Frizzi, l’uomo perbene della TV italiana che ci ha lasciati troppo presto, proprio quando le sue qualità semplici cominciavano ad essere apprezzate davvero dalla Televisione. Curioso che la parola “Grande Fratello” abbia totalizzato più ricerche della parola “Governo”, ma tant’è.

1) Mondiali
2) Sergio Marchionne
3) Cristiano Ronaldo
4) Fabrizio Frizzi
5) Grande Fratello
6) Governo
7) Elezioni 4 marzo
8) Sanremo
9) Avicii
10) Davide Astori

sabato 3 novembre 2018

Storia dei Domini dal 1969 al 2018

I nomi di dominio sono un elemento centrale del mondo di Internet. Consentono di sfogliare tutti i tipi di contenuti sul web in modo semplice senza dover ricordare una sequenza infinita di numeri. La loro storia è strettamente legata alla nascita di Internet e del Domain Name System. Oggi sono tanti i campi che offrono una vasta gamma di possibilità per ogni settore, hobby, attività.

Cronologia del settore dei nomi di dominio

L'industria dei nomi di dominio è naturalmente strettamente correlata alla nascita e allo sviluppo di Internet. Ecco alcuni dei momenti più importanti della storia dei nomi di dominio, in ordine cronologico, dalla nascita dell'organo di governo alle tappe fondamentali.


29 ottobre 1969 – primo messaggio inviato tramite la rete Arpanet

Alle 22:30 del 29 ottobre 1969 viene inviato il primo messaggio utilizzando Arpanet, la rete del dipartimento di difesa degli Stati Uniti. Si tratta del precursore di Internet.


1973 – registrati i numeri socket

Jon Postel registra sul suo notebook i numeri socket per Arpanet. Il suo registro diventerà l’Internet Assigned Numbers Authority (IANA), il quale coordina il Domain Name System (DNS).


1983 – per la prima volta vengono utilizzati i nomi di dominio

Data la rapida crescita della rete, l’utilizzo di un unico registro hostname era pressoché impossibile. Per la prima volta nella storia vengono utilizzati i primi domini tramite il DNS nell’Arpanet. I documenti di riferimento pubblicati all’IETF sono RFC 882 e RFC 883.


1984 – sono disponibili sette TLD

Nel 1984 sono sette i top-level domains disponibili ovvero: .COM, .ORG, .NET, .EDU, .GOV, .MIL. RFC 920 è il documento che descrive questi domini per scopi generali.


15 marzo 1985 – registrazione del primo dominio .COM

Era il 15 marzo 1985 e il primo dominio .COM al mondo fu registrato da Symbolics Inc., una società di computer con sede nel Massachusetts. La proprietà del dominio è cambiata nel corso degli anni ed è ora un museo sulla storia di Internet. Di seguito è riportato un elenco dei primi 10 domini registrati.

  • 15 marzo 1985 – symbolics.com
  • 24 aprile 1985 – bbn.com
  • 24 maggio 1985- think.com
  • 11 luglio 1985 – mcc.com
  • 30 settembre 1985 – dec.com
  • 7 novembre 1985 – northrop.com
  • 9 gennaio 1986 – xerox.com
  • 17 gennaio 1986 – sri.com
  • 3 marzo 1986 – hp.com
  • 5 marzo 1986 – bellcore.com


24 febbraio 1986 – la registrazione dei domini diventa pubblica

La registrazione di un dominio era limitata alle organizzazioni con accesso alla rete ARPA. Da questa data i nomi di dominio possono essere registrati da tutti.


1 gennaio 1988 – nasce .IT, dominio nazionale italiano

Nasce il dominio .IT, il ccTLD italiano gestito dal CNR di Pisa.


Novembre 1988 – nasce .INT

Su richiesta della NATO per un nome di dominio che il suo carattere di organizzazione internazionale nasce .INT, un TLD sponsorizzato.


1992 – InterNIC, per l’organizzazione della rete Internet

L’esponenziale crescita di Internet rese necessaria una nuova organizzazione: IANA e NSF si unirono in InterNIC, un ente in parte governativo con il compito di organizzare e far crescere i registri e i servizi del DNS.


1995 – registrare un nome di dominio ha ora un prezzo

Prima del 1995 chiunque volesse registrare un nome a dominio poteva farlo gratuitamente. La situazione è cambiata quando la National Science Foundation ha concesso a Network Solutions la possibilità di pagare per la registrazione. La prima tariffa per una registrazione di due anni è di circa $ 100.


1997 – saturazione dei domini .COM con tre lettere

Tutti le combinazioni di nomi di dominio con .COM a tre caratteri sono state registrate.


1998 – privatizzazione del DNS e ICANN

Su sollecitazione del presidente Clinton, il Dipartimento del Commercio degli Stati Uniti ha emesso una proposta nel 1998 per privatizzare il Domain Name System (DNS), che è stato successivamente controllato dagli Stati Uniti. Un documento chiamato "Libro verde" è stato creato per aumentare la concorrenza sui mercati internazionali. Dopo molte critiche, è stato redatto un white paper, che è una versione modificata del precedente documento che ha portato alla formazione dell'ICANN.


1999 – venduto il dominio più costoso di sempre

Il dominio più costoso mai venduto è business.com, venduto alla modica cifra di 345 milioni di dollari. Leggi nel nostro articolo i 15 nomi di dominio più costosi di sempre.


16 novembre 2000 – sette nuovi gTLD

ICANN comunica l’introduzione di sette nuovi gTLD: .AERO, .BIZ., .COOP, .INFO, .MUSEUM, .NAME, e .PRO. Verranno resi disponibili nel corso dei successivi 4 anni.


2003 – Truth in Domain Names Act

Il Trust in Domain Names Act, in combinazione con il PROTECT Act, è un atto legislativo che stabilisce una punizione per chi registra nomi di dominio fraudolenti che attirano gli utenti a siti con materiale pornografico senza il loro consenso.


2004 – ancora nuovi gTLD

Tra il 2003 e il 2004 viene aperto un bando che porterà nel DNS i nuovi gTLD .ASIA, .CAT, .JOBS, .MOBI, .TEL e .TRAVEL.


2008 – elaborazione di una guida per la selezione di nuovi domini

ICANN inizia l’elaborazione di una guida per la candidatura di nuovi gTLD. La guida verrà aggiornata nel corso degli anni. L’ultima versione risale al 4 giugno 2012.


26 novembre 2012 – nuovo bando per nuovi gTLD

Entrano nella fase sunrise sette nuovi gTLD: .BIKE, .CLOTHING, .GURU, .HOLDINGS, .PLUMBING, .SINGLES, .VENTURES.


2012 – registrati 14.962 domini in 24 ore

Mike Mann, uno speculatore nel settore dei domini, nell’aprile 2012 registrò quasi 15 mila nomi di dominio nell’arco di 24 ore.


15 luglio 2013 – accordi su nuovi gTLD con caratteri non latini

In occasione di un incontro a Durban, Sud Africa, vengono firmati 4 documenti che permetteranno agli utenti di Internet di navigare su Internet nella propria lingua.


2013 – saturazione domini .COM con 4 lettere

A dicembre 2013, WhoAPI, una startup di analisi di dati dell’industria dei domini, comunica che era stata registrata ogni possibile combinazione di quattro lettere con il dominio .COM, pari a 456.976 combinazioni. Il 15 luglio 2013 entrano in scena i primi 4 nuovi gTLD.


2014 – più di 100 nuovi gTLD

Oltre ai gTLD già utilizzabili come .COM, .ORG e .EDU, si aggiungono oltre 100 nuovi gTLD, aumentando così le possibilità di registrazioni di nuovi nomi di dominio.


Ottobre 2015 – nasce il dominio .SRL

È disponibile per la registrazione il dominio .SRL, appositamente dedicato alle aziende con forma giuridica di Srl.


2018 – ampia scelta di gTLD

I gTLD disponibili per registrare un nome di dominio sono oltre 1.800.


mercoledì 26 settembre 2018

Ecommerce Hub - 5 Ottobre 2018


Ecommerce Hub è l’evento dedicato al commercio in tutte le sue forme, come disciplina in costante trasformazione per essere adattato alle esigenze del pubblico, che cambiano con il passare del tempo. Molte le motivazioni che, negli ultimi anni, hanno portato le aziende ad avvicinarsi al commercio elettronico e, nel mezzo, centinaia di trend che attendono solo di essere sfruttati per dare al meglio i propri frutti.
Il succo di Ecommerce Hub 2018 sarà dare spazio a proposte sempre nuove ed analizzare l’evoluzione digitale degli ultimi anni e quella per il futuro. Le data è ancora in fase di sviluppo ma resta confermata la location dello scorso anno: l’ex Tabacchificio Centola di Pontecagnano Faiano (SA).

Il futuro dell' e-commerce nel 2028



La ricerca “E-commerce in Italia” di Casaleggio Associati è lo studio del mercato e-commerce italiano dal punto di vista dei numeri, dei trend e delle strategie adottate dai principali operatori del mercato.
Dal 2007 la ricerca ed il convegno “E-commerce in Italia” realizzati da Casaleggio Associati rappresentano un importante appuntamento di networking e aggiornamento per gli operatori del commercio elettronico in Italia, con un’ampia copertura da parte dei media di settore.
La partecipazione è riservata ai merchant e-commerce: imprenditori, amministratori delegati, direttori generali, responsabili marketing, responsabili e-commerce e responsabili Internet.

sabato 8 settembre 2018

Web scoppia: Tra soli 15 anni rischia il collasso

Gli esperti della Royal Society: "Il traffico dati cresce a dismisura e la fibra ottica non basta più"

Non è la prima volta che viene profetizzato il crollo del web.

Stavolta l'allarme arriva dall'Inghilterra. Quindici anni appena, sostengono dalla Royal Society, e poi Internet potrebbe collassare. Colpa della crescita smisurata del consumo di dati, si parla di un volume aumentato di cinquanta volte in dieci anni, e presto raggiungeremo il limite. "Nei laboratori di ricerca sta già accadendo", spiega Andrew Ellis, professore di ingegneria all'Università di Aston a Birmingham. Specializzato in comunicazioni via fibra ottica, durante la conferenza alla Royal Society è stato lui a mettere nero su bianco una data oltre la quale non si potrà andare. "Considerando che i test nei laboratori sono fra i gli otto e i dieci anni avanti rispetto alla portata della fibra usata dagli utenti, i primi problemi li dovremmo cominciare ad avere già a partire dal 2022. Nel 2030 poi toccheremo il confine oltre il quale sarà impossibile andare".

Colpa dei video ovviamente. Secondo la Cisco il traffico dati crescerà di dieci volte in cinque anni. Previsione confermata anche da Ericsson, secondo la quale i video varranno la metà di quel traffico soprattutto se si parla di smartphone. 

Netflix già oggi ha raggiunto la quota del 35 per cento di tutto quel che passa sulle reti telematiche degli Stati Uniti. In Australia, dove il sevizio di streaming è stato lanciato il 28 aprile, è al 25 per cento del consumo totale di dati. Intanto in Asia la rete mobile di ultima generazione, l'Lte, sta cominciando ad andare stretta. E pensare che è apparsa per la prima volta nel 2009. "Avevamo pensato che il lancio sul mercato della prossima, il 5G che è almeno dieci volte più veloce, sarebbe avvenuto nel 2022", spiega Rinaldo Bausani, mobile broadband manager di Ericsson. "Stiamo anticipando i tempi di due anni. In Giappone e Corea del Sud ad esempio l'uso di dati da smartphone ha ritmi di crescita esponenziale".

Ma anche da noi le cose non vanno diversamente. Solo in Europa e Stati Uniti il consumo pro-capite da dispositivi mobili aumenterà di ben cinque volte entro il 2020. "Bisognerà capire se si tratterà di video o magari di qualcos'altro che oggi ancora non è stato inventato", continua Andrew Ellis. "Ma quello che sicuramente avverrà, perché è una costante da tempo, è la richiesta di una larghezza di banda sempre maggiore. E la fibra, sulla quale passa anche il traffico da smartphone, non ce la farà".
Non è la prima volta che viene profetizzato il crollo del web, nel 1995 Robert Metcalfe, fra i pionieri della Rete e fondatore della 3Com, aveva previsto un crollo catastrofico. Due anni dopo si rimangiò quelle parole. Eppure affermazioni del genere le sentiremo sempre più spesso. Gli operatori telefonici si stanno scontrando con i colossi della Rete dai quali vorrebbero fondi per coprire i costi necessari per le infrastrutture. Ma Google, Facebook, Netflix & Co. non sembrano disposti a cedere. 

Lo scontro sulla neutralità della Rete, che ha visto contrapposti i due fronti, va letto in questa chiave. Più che un dibattito sulla democrazia online, il tentativo di stabilire chi alla fine dovrà tirare fuori i soldi per l'inevitabile ampliamento della Rete. Prima che inizi a rallentare vistosamente.
 
Fonte: Repubblica.it
 
 
 

mercoledì 15 agosto 2018

Storia di Michael Kovatch dominio iphone.com

Anche se datata 2007, questa è una storia che merita di essere raccontata.
Un signore di nome Michael Kovatch diciannove anni fa, nel 1995, aveva registrato il dominio iPhone.com per costruire una società intorno ad esso. L'intenzione era quella di creare una società che offrisse la possibilità di effettuare telefonate attraverso internet. Kovatch pagava circa 50 euro l'anno per mantenere il suo dominio e la moglie diceva infatti che era pazzo.

Kovatch aveva infatti registrato iPhone.com come “casa” del suo store online dedicato alla telefonia e chiamato “The Internet Phone Company”.

IL DOMINIO IPHONE.COM
 
Poi nel 2007, arrivò l'iPhone lanciato da Apple.
Infatti nel gennaio del 2007 Apple decide di utilizzare proprio la parola iPhone per denominare il suo rivoluzionario telefono.
Lo store di Kovatch, in termine di visite e vendite, non andava bene ma da gennaio 2007 cominciò a ricevere un sacco di visite in più, oltre a qualche pressione da parte di Apple per vendere il dominio..
Si avvicina il giugno 2007 e le pressioni si fanno sempre più forti e alla fine poco prima della data di arrivo del telefono nei negozi Apple fa partire l'offertona a sette cifre per l'acquisto del dominio.

Kovatch ed il suo legale avevano infatti pensato di non cederlo e di andare avanti per la loro strada, ma la casa di Cupertino li convinse staccandogli un assegno record da un milione di dollari.

E' stata solo una questione di fortuna il fatto che Apple avesse scelto come nome dei suoi rivoluzionari apparecchi proprio la parola iPhone.
In effetti, come riporta AppleInsider, ora il dominio è di proprietà Apple. Un bel colpo di fortuna per il signor Kovatch; sicuramente se si fosse trattato di una persona che avesse registrato il dominio al solo scopo di spillare soldi al colosso della Mela, Apple avrebbe mandato i suoi avvocati invece di una valigetta ricolma di soldi, come insegna chi ha provato, ai tempi, a registrare il dominio yahoo.it.



martedì 8 maggio 2018

Gli Easter Egg di YouTube

Non tutti sanno che digitando determinate parole sul noto portale di Youtube, compariranno strani effetti speciali o animazioni suggestive.

Ecco una breve lista(la frase va inserita nella casella della ricerca) :

1) Beam Me Up, Scotty (effetto teletrasporto Stars Wars)

2) Use The Force, Luke (effetto Stars Wars)

3) Do The Harlem Shake (musica in sottofondo e pagina che si muove)

4) Fibonacci (anteprima dei risultati con il noto effetto a spirale)

5) / Ricerca (al posto di Ricerca inserire quello che si vuole cercare, la pagina comprarirà come una Shell)

6) Giocare a Missile Command (in un video a caso, schiacciare due volte in una pagina vuota dello schermo e poi digitare la data 1980 ; la data non va messa nello spazio delle ricerche!).


 

sabato 28 aprile 2018

Gli Easter Egg Di Google

Easter egg (in italiano uovo di Pasqua) è un termine che nasce in ambito informatico e sta ad indicare un contenuto nascosto, una sorpresa, qualcosa di bizzarro ma innocuo nascosto in un software.

Ecco qui una raccolta dei più famosi Easter Egg di Google:

1) Do a Barrel Roll
Digitando “Do a Barrel Roll” su Google la pagina comincia a girare, capovolgendosi a 360 gradi!

2) Askew
Digitando “askew” la pagina si storce!

3) Ninja
Andate su Google Reader e premete questi tasti: su, su, giù, giù, sinistra, sinistra, destra, sinistra, destra, B, A
Un ninjja apparirà sulla sinistra dello schermo!

4) Google Gravity
Cerca “Google Gravity” e clicca su “Mi sento fortunato”.
La pagina crollerà per effetto della gravità.

5) Tilt
Proprio come per askew, cercando “tilt” lo schermo va in tilt e si storce!

6) Ricerca con la mente!

Su Google puoi anche cercare con la mente! visita MentalPlex!

7) Nessie
Se imposti l'homepage di iGoogle con il tema “beach” e visiti Google alle 3:14AM esatte vedrai sullo sfondo il mostro di Loch Ness, Nessie!
(puoi anche regolare l'orologio in avanti)

8) Da San Francisco a Tokio
Prova a cercare le indicazioni su Google Maps per andare da San Francisco a Tokio e guarda la riga 14!

9) Simulatore di volo
All'interno di Google Earth 5 è presente un simulatore di volo.
Per attivarlo occorre premere i tasti CTRL+ALT+a o attivarlo dal menu visualizzazione.

10) Binary
Cercando la parola “binary” il risultato ci viene fornito con il sistema numerico binario!

11) Cuore
Vuoi far apparire un cuore su Google? Copia e incolla questa funzione matematica, Google Graph disegnerà il cuore in un istante.
(sqrt(cos(x))*cos(190*x)+sqrt(abs(x))-0.5)*(7-x*x)^0.1395, from -5 to 5

12) Recursion
Cercando “recursion” (traduzione: ricorsività) la funzione “Forse cercavi” di Google ti chiede se stai cercando proprio “recursion”.

13) Anagram
Cerca “anagram” (funziona solo su Google.com in inglese) e Google ti chiederà se cerchi “nag a ram” facendo così l'anagramma della parola chiave cercata.
 
 

giovedì 28 dicembre 2017

i Google Trends del 2017

Le parole più cercate su Google in Italia 2017 : Ricerche
Televisione, sport, disastri naturali sono questi i temi più frequenti nelle parole più cercate dagli italiani su Google nel 2017. Nadia Toffa è al primo posto, se si pensa che il suo malore si è verificato a dicembre, in pochi giorni ha superato ogni altra parola cercata. L'apprensione e anche il mistero intorno alla sue condizioni hanno fatto andare moltissime persone a cercare aggiornamenti su Google.




1) Nadia Toffa
2) Hotel Rigopiano
3) Italia – Svezia
4) Sanremo
5) Terremoto
6) Giro d'Italia
7) Occidentali's Karma
8) Tour de France
9) Corea del Nord

10) Champions League

Le parole più cercate su Google in Italia 2017:

Personaggi

1) Nadia Toffa
2) Gianluigi Donnarumma
3) Nicky Hayden
4) Paolo Villaggio
5) Fabrizio Frizzi
6) Chester Bennington
7) Ermal Meta
8) Chiara Ferragni
9) Chris Cornell
10) Fiorella Mannoia

Le parole più cercate su Google al mondo 2017:

Tecnologia
Molto interessante anche la classifica delle parole più cercate su Google nel 2017 a livello globale per quanto riguarda la Tecnologia. Al primo posto svetta l'iPhone 8, molti si sarebbero aspettati iPhone X, ma bisogna considerare che prima dell'annuncio ufficiale dell'iPhone Ten, si pensava che il nuovo modello di punta dovesse chiamarsi iPhone 8, quindi molte delle ricerche precedenti il 12 settembre sono state fatte usando la parola chiave iPhone8
1) iPhone 8
2) iPhone X
3) Nintendo Switch
4) Samsung Galaxy S8
5) Xbox One X
6) Nokia 3310
7) Razer Phone
8) Oppo F5
9) OnePlus 5
10) Nokia 6

Le parole più cercate su Google in Italia 2017:
Eventi

Tra le parole più cercate 2017 co sono anche molyti eventi, il principale (Italia-Svezia) non ci ha visto uscire a testa alta. Sanremo ottiene la seconda posizione tra le parole chiave più ricercate per la sezione eventi e segue “terremoto” per i diversi episodi drammatici che il nostro Paese ha attraversato quest'anno. Ci son poi le manifestazioni sportive tra le parole più cercate su Google nel 2017. Per una volta il Ciclismo batte il calcio piazzando Gio d'Italia e Tour de France prima di Champions League.

1) Italia – Svezia
2) Sanremo
3) Terremoto
4) Giro d'Italia
5) Tour de France
6) Corea del Nord
7) Champions League
8) Catalogna
9) Uragano Irma
10) Manchester

Le parole più cercate su Google in Italia 2017:
Come fare…

Tra le parole più cercate su Google di sempre spiccano tanti “come fare”. Il 2017 evidentemente è l'anno delle olive che ottengono la prima posizione, seguite da tematiche tecnologiche “come fare il back up” è la 2a espressione più cercata su Google nel 2017 nella categoria “Come fare”. Sicuramente gli italiani sono oggi un popolo più maturo sulle tematiche informatiche, ma certamente i ransomware hanno reso più stringente (praticamente fondamenatel) effettuare i backup regolarmente, evidentemente molti non sapevano nemmeno come farli. Altra tematica digitale al 5 posto “Come fare lo screemshot”.

1) Le olive in salamoia
2) Il back up
3) La marmellata di albicocche
4) La carbonara
5) Lo screenshot
6) Il pesto
7) La crema pasticcera
8) Le bolle di sapone
9) Il passaporto
10) Il cubo di Rubik

Le parole più cercate su Google in Italia 2017:

Perché…

Tra le parole più cercate di sempre su Google ci sono anche i “Perché”. Le domande che si sono fatti gli Italiani sono su tematiche che nella maggior parte dei casi sono “politiche”.

1) La Catalogna vuole l'indipendenza
2) Fischiano le orecchie
3) Le cicale cantano
4) Si festeggia l'8 marzo
5) Si festeggia ferragosto
6) Il sale scioglie il ghiaccio
7) La Corea del Nord vuole attaccare gli Stati Uniti
8) Fedez piange
9) Si chiama Blockhouse
10) C'è la guerra in Siria

Le parole più cercate su Google in Italia 2017

Cosa significa…

1) Ipocondriaco
2) Mannaggia
3) Despacito
4) Namaste
5) Panta rei
6) Ius soli
7) Rosatellum
8) Collimare
9) Karma
10) Bae

Le parole chiave più cercate su Google nel mondo 2017:

Ricerche

Le parole chiave più cercate nel modo mostrano più varietà rispetto a quelle che cercano gli italiani e la tecnologia balza al 2° e 3° posto della classifica.

1) Hurricane Irma
2) iPhone 8
3) iPhone X
4) Matt Lauer
5) Meghan Markle
6) 13 Reasons Why
7) Tom Petty
8) Fidget Spinner
9) Chester Bennington
10) India National Cricket Team

Parole più cercate su Google nel mondo 2017:
Persone

1) Matt Lauer
2) Meghan Markle
3) Nadia Toffa
4) Harvey Weinstein
5) Kevin Spacey
6) Gal Gadot
7) Melania Trump
8) Floyd Mayweather
9) Michael Flynn
10) Philippe Coutinho

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