domenica 10 dicembre 2017

Google sta cambiando la lunghezza dei meta tags ?

A partire dallo scorso 4 maggio Google ha iniziato ad aumentare la larghezza delle serp in modo da dare più spazio al testo e quindi rendere i risultati più verbosi e, forse, più efficaci.

A quanto pare Google sta testando un nuovo layout per i risultati delle ricerche. Quindi più spazio in larghezza agli snippet in modo tale che questi possano mostrare più informazioni di quanto non facessero prima. Questo aggiornamento è coerente con uno degli ultimi update di Google che prevede la rimozione degli annunci sponsorizzati dalla colonna destra della serp. Avendo quindi più spazio a disposizione i designer hanno pensato bene di sfruttarlo per dare risultati più voluminosi pur conservando i 10 elementi per pagina.
se la nuova larghezza fosse confermata, i tag title passerebbero dai 50-60 caratteri (spazi compresi) ai 70 circa. Discorso analogo anche per le description che, in alcuni casi, potrebbero arrivare ad avere tre righe di testo contro le attuali due. Dal punto di vista dell'utente ciò si traduce in una maggiore quantità di informazioni per decidere se cliccare o meno su un risultato.

Slegg riporta che Google è ancora troncare le descrizioni di due linee per molti risultati di ricerca ancora, quindi si può ancora vederli attestandosi a circa 160 caratteri, a volte. Quando viene visualizzata una linea a tre snipped vengono in a 278 caratteri per riga.

Probabilmente anche le URL in verde avranno più spazio verso destra riuscendo così a mostrare più parole nello SLUG. Saranno meno frequenti i cosiddetti “troncamenti” di frasi, nei quali Google deve intervenire per tutte quelle pagine che non hanno fatto un buon lavoro di ottimizzazione on-page. Ecco uno screenshot piuttosto eloquente nel quale puoi vedere la nuova e la vecchia serp a confronto…
è importante notare che questo può essere un test che Google potrebbe invertire in qualsiasi momento. Per stessa ammissione della società, è sempre il test A / B. Quindi è una buona idea non basare i vostri sforzi di SEO su questi numeri fino a quando non si sa per certo se il test diventerà un cambiamento permanente.

In futuro serp sempre più ricche

Il modo più efficace che Google ha di fidelizzare i suoi utenti è quello di regalare la migliore esperienza di ricerca possibile. Questo si traduce nel cercare di comprendere al meglio le intenzioni di chi fa ricerche online e, sulla base di questo, restituire una serie di risultati il più possibile vicini alle attese dell'utente. Le serp sono il posto migliore dove studiare e analizzare per via deduttiva il funzionamento di Google. Il comportamento degli utenti si gioca tutto in questo spazio e Google lo sa bene.
Con la variazione della larghezza della serp iniziata qualche giorno fa, Google intende proprio dare più informazioni per mettere l'utente nelle condizioni di poter scegliere al meglio.


domenica 3 dicembre 2017

Creare un file robots.txt ?

I robots.txt sono file di testo memorizzati nella directory principale di un sito web. La loro funzione è quella di indicare quali parti del sito non sono accessibili ai crawler dei motori di ricerca. Sono un ottimo strumento per i webmaster (o in generale per chi gestisce un sito), in quanto offrono la possibilità di dire ai motori di ricerca quali file o pagine del sito possono essere esaminate (ovvero visitate) o meno.

Un file robots.txt può essere creato utilizzando un semplice editor di testo e devi assicurarti che venga identificato (e quindi salvato) come "robots.txt". Di seguito sono proposte alcune righe di testo, presenti nel file, che sono sempre scansionate e analizzate dai motori di ricerca. 

Ogni file robots.txt è composto da due parti: La prima parte è detta "User Agent". Google utilizza diversi user-agent, cioè robot dei motori di ricerca, come Googlebot. Dovresti iniziare a scrivere un testo robots.txt partendo con la sintassi "User-agent": *", un comando che in pratica comunica a tutti i web crawler di seguire le successive righe. Nella seconda parte, invece, puoi definire cosa vuoi che sia letto o meno grazie ai comandi allow e disallow. Questo permetterà ai robot di eseguire la scansione di una pagina o meno. Si dovrebbe iniziare questa riga con la sintassi "Disallow: /", il che significa che i robot elencati non possono leggere nessun file o pagina.  
 
 

martedì 28 novembre 2017

Meglio WhatsApp o Telegram ?

Partiamo dalle caratteristiche in comune: sia WhatsApp che Telegram sono gratuite, disponibili per iOS e Android, e presenti nella versione per PC rispettivamente con WhatsApp Web e Telegram Web.

Entrambe sono intuitive e facili da utilizzare, mostrano le liste dei contatti e le chat in uso, ma anche le sessioni attive su diversi dispositivi, che si può decidere di terminare con un solo clic.


Perché usare Telegram
Quando sentiamo dire che Telegram è l'app di messaggistica perfetta per chi tiene particolarmente alla sua privacy (e, perché no, ha qualche segreto da nascondere) è perché offre la possibilità di avviare chat segrete che si autodistruggono (si può impostare un timer che va da 1 secondo a 1 settimana) dove c'è il blocco dell'inoltro dei messaggi.

A differenza di WhatsApp, Telegram non ha la crittografia end-to-end come impostazione predefinita, per cui in caso di attacco hacker ai server, i dati degli utenti e i contenuti scambiati non saranno al sicuro da occhi indiscreti. In ogni caso, seppur protette da crittografia end-to-end, le chat di WhatsApp possono essere spiate usando WhatsApp Web o altri metodi.

Sempre relativamente alla protezione della privacy, su Telegram è possibile utilizzare l'impronta digitale o un passcode come misura di sicurezza per proteggere le chat, pertanto ogni volta che si apre l'app per entrare bisogna sbloccarla con il codice o con il riconoscimento digitale. Inoltre, a differenza di WhatsApp, non mostra l'orario dell'ultimo accesso di un utente, ma dà solo una vaga indicazione come “pochi minuti fa”.
Altri pro di Telegram assenti su WhatsApp sono: la possibilità di usare una valanga di adesivi divertenti, la possibilità di creare canali di discussione che vanno al di là dei “gruppi” e quella di aggiungere un numero di telefono, cosa che al momento WhatsApp non permette di fare in quanto non si possono usare due numeri sullo stesso telefono.

Perché usare WhatsApp
Anche se Telegram è ormai molto popolare, quanto a diffusione in Italia WhatsApp non ha concorrenza: è molto più facile che i vostri amici e conoscenti abbiano installato e utilizzino quotidianamente WhatsApp piuttosto che Telegram, e già questo è un buon motivo per preferire la prima alla seconda.

WhatsApp ha le conferme di lettura (che tuttavia possono essere disattivate), mentre su Telegram non si può sapere se un messaggio è stato consegnato: qui la doppia spunta blu può indicare sia “messaggio letto” che “consegnato”. Al contrario, Telegram ha un sistema migliore per le conferme di lettura nelle chat di gruppo, mentre su WhatsApp queste sono un po' confuse.

WhatsApp offre però un importante vantaggio, ossia la possibilità di effettuare sia chiamate che videochiamate (Telegram consente solo le chiamate) e, stando alle indiscrezioni, sono in arrivo anche le videochiamate di gruppo. Ancora, WhatsApp mostra l'orario preciso dell'ultimo accesso (una funzionalità utile per i più curiosi) e consente di fare le Storie come immagine profilo.

martedì 21 novembre 2017

Crittografia end-to-end, cosa significa?

La crittografia end-to-end è una nuova tecnica che garantisce agli utenti che, anche in caso di attacco ai server dell'app di messaggistica, le loro chat saranno al sicuro da occhi indiscreti.
Questa, infatti, permette di crittografare le conversazioni in modo che solo i due soggetti coinvolti ( più persone nel caso dei gruppi) possano decifrare i messaggi inviati verso la rete. Quindi, i server della società, in questo caso Whatsapp, agiscono come se fossero dei postini che non possono decifrare il messaggio che stanno trasportando.
 
Come è possibile tutto ciò? La crittografia end-to-end funziona attraverso l'uso di due chiavi crittografiche. Una delle chiavi è pubblica, mentre l'altra è privata. In questo caso specifico, il software Whatsapp genera entrambe le chiavi:
  • la chiave privata resta sul dispositivo dell'utente e gli servirà per decifrare tutti i messaggi ricevuti durante le conversazioni;
  • la chiave pubblica viene condivisa con l'altro utente con cui si scambiano i messaggi, e la utilizzerà per crittografare tutti i pacchetti che gli abbiamo inviato.
Quindi, grazie a questa nuova tecnologia introdotta da Whatsapp, i vostri messaggi sono maggiormente al sicuro da occhi indiscreti. Queste chiavi di sicurezza non riguardano solo i messaggi inviati su Whatsapp, ma anche immagini e video, come specificato in un comunicato ufficiale:
“L'idea è semplice: quando spedisci un messaggio, l'unica persona che lo può leggere è la persona o la chat di gruppo alla quale hai mandato il messaggio. Nessuno può vedere il messaggio. Non i cyber criminali. Non gli hackers. Non i regimi oppressivi. Nemmeno noi.La crittografia end-to-end aiuta a rendere le comunicazioni via WhatApp private, una sorta di conversazione faccia a faccia.”


martedì 14 novembre 2017

Cosa significa "Taggare" ?

Entrato da pochi anni a far parte del nostro vocabolario, il verbo "taggare” è stato introdotto nella lingua italiana come italianizzazione dell'inglese “to tag”, traducibile in italiano come “etichettare” e utilizzato nell'ambito dei Social Network.

"Taggare" è l'italianizzazione del verbo inglese to tag, che significa "etichettare". Il termine è entrato nel linguaggio comune grazie a Facebook: nel social network, "taggare" significa dare un nome ad un volto presente all'interno di una foto o di un video. L'utente può etichettare un volto conosciuto cliccandoci sopra con il mouse e scegliendo il nome corrispondente alla persona dalla lista dei propri amici. La foto taggata apparirà sulla bacheca dell'amico in questione e verrà indicizzata nella sua cartella "foto".
Letteralmente, in lingua inglese “tag” significa “etichetta, cartellino”, esattamente come quelli che si trovano sugli articoli in vendita nei negozi, in cui si possono leggere le informazioni base dell'oggetto o del capo che si intende acquistare.

Con l'avvento dei social network, la parola “tag” ha acquisito un nuovo significato, vicino all'espressione verbale italiana “identificare”. Per esempio, aggiungiamo un tag ad una foto quando vogliamo indicare la presenza di una persona specifica.


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