martedì 28 febbraio 2012

Vari tipi di Indirizzi IP

Com'è scomposto un indirizzo IP

Per capire cos'è l'indirizzo IP dobbiamo spiegare com'è composto.

Un indirizzo IP è costituito da 32 bit suddivisi in 4 gruppi di 8 bit ciascuno divisi da un punto. 8 bit equivalgono a 1 byte.

Un esempio di indirizzo IP (privato) scritto in bit è il seguente: 11000000.10101000.00000000.00000001
La scrittura in bit non viene però utilizzata perché per semplificare l'identificazione dell'indirizzo IP i gruppi di byte vengono convertiti in forma decimale.
 

L'IP precedente convertito in formato decimale è il seguente: 192.168.0.1
Ogni numero può variare tra 0 e 255 poiché 28=256.
Gli indirizzi IP sono suddivisi in due parti.
La prima parte (192.168.X.X) viene chiamata Net_ID e identifica la rete. La seconda parte (X.X.0.1) viene chiamata Host_ID e identifica l'host (che è univoco).

Classi di indirizzi IP

Continuiamo la guida su cos'è l'indirizzo IP spiegando cosa sono le classi di indirizzi IP.
Gli indirizzi IP vengono divisi in classi (in inglese classful addressing) in base ai primi bit del byte più a sinistra. La classe definisce quali byte sono nella parte di rete e quali byte nella parte dell'host.
In base a questo sistema di divisione si può determinare la classe di appartenenza dell'IP.
Le classi di indirizzi IP sono cinque: A, B, C, D, E

Classe A

Gli indirizzi IP di classe A sono concepiti per reti di dimensioni molto grandi.
Il primo bit del primo byte è 0. Di conseguenza il primo campo dell'IP è compreso tra 0 e 127.
Il primo byte rappresenta la rete mentre gli altri 3 byte rappresentano gli host per ogni rete.
In forma decimale gli indirizzi IP di classe A variano in questo modo: 0-127.Host.Host.Host

Classe B

Gli indirizzi IP di classe B sono concepiti per reti di dimensioni medio-grandi.
I primi 2 bit del primo byte sono 10. Di conseguenza il primo campo dell'IP è compreso tra 128 e 191.
I primi 2 byte rappresentano la rete mentre gli altri 2 byte rappresentano gli host per ogni rete.
In forma decimale gli indirizzi IP di classe B variano in questo modo: 128-191.Rete.Host.Host

Classe C

Gli indirizzi IP di classe C sono concepiti per reti di piccole dimensioni.
I primi 3 bit del primo byte sono 110. Di conseguenza il primo campo dell'IP è compreso tra 192 e 223.
I primi 3 byte rappresenta la rete mentre l'ultimo byte rappresenta gli host per ogni rete.
In forma decimale gli indirizzi IP di classe C variano in questo modo: 192-223.Rete.Rete.Host

Classe D

Gli indirizzi IP di classe D vengono utilizzati per applicazioni di multicast. Il multicast è un servizio che consente la trasmissione simultanea di informazioni a gruppi di dispositivi.
I primi 4 bit del primo byte sono 1110. Di conseguenza il primo campo dell'IP è compreso tra 224 e 239.
Tutti i 32 bit vengono utilizzati per indicare il gruppo.
In forma decimale gli indirizzi IP di classe D variano in questo modo: 223-239.X.X.X

Classe E

Gli indirizzi IP di classe E vengono utilizzati per scopi di ricerca e per utilizzi futuri.
I primi 4 bit del primo byte sono 1111. Di conseguenza il primo campo dell'IP è compreso tra 240 e 255.
In forma decimale gli indirizzi IP di classe D variano in questo modo: 240-255.X.X.X

venerdì 24 febbraio 2012

Si puo mascherare il tuo indirizzo IP

Per mascherare il tuo indirizzo IP puoi modificarlo in diversi modi, ma l'opzione più semplice è utilizzare una VPN. Quando utilizzi una VPN, reindirizza il tuo traffico online attraverso la sua rete di server e assegna un nuovo indirizzo IP.

Posso nascondere il mio indirizzo IP gratuitamente?

Sì, ci sono diversi modi per nascondere il tuo indirizzo IP gratuitamente (come la connessione alla rete Tor o un server proxy). Tuttavia, il modo più sicuro per nascondere il tuo indirizzo IP è utilizzare una buona VPN. Sebbene ci siano VPN gratuite sicure, i migliori servizi VPN richiedono il pagamento di un abbonamento. Cyber​​Ghost è una delle migliori VPN sul mercato con una garanzia di rimborso di 45 giorni. Puoi usufruire della garanzia di rimborso e utilizzare CyberGhost gratuitamente: basta chiedere il rimborso entro 45 giorni.

È importante prestare attenzione quando si provano diverse tecniche di mascheramento degli indirizzi IP. Alcuni rendono le tue informazioni private vulnerabili agli hacker, mentre altri rallentano la tua connessione così tanto che non sarai in grado di trasmettere in streaming o torrent. 

Una VPN è il modo più semplice e sicuro per nascondere il tuo indirizzo IP, proteggere le tue informazioni con la crittografia e mantenere velocità elevate.

Di tutte le VPN sul mercato, ExpressVPN offre funzionalità di sicurezza e privacy molto avanzate. La sua politica di no-log è stata persino testata in un vero caso governativo, quindi puoi essere certo che nessuno sarà in grado di tracciare il tuo vero indirizzo IP.

Puoi provare ExpressVPN per nascondere il tuo indirizzo IP senza alcun rischio perché ha una garanzia di rimborso di 30 giorni. Se non sei soddisfatto delle sue prestazioni, contatta il servizio clienti e chiedi il rimborso: ho ricevuto i miei soldi entro 5 giorni.

mercoledì 22 febbraio 2012

Che cos' è un Indirizzo IP

Un indirizzo IP (in inglese Internet Protocol address) è un codice numerico utilizzato dai computer e da tutti i dispositivi connessi a una rete per poter comunicare.

L’indirizzo IP viene assegnato al dispositivo ogni volta che questo effettua la connessione a Internet. Grazie all’indirizzo IP il computer o il telefono viene identificato dagli altri dispositivi e può comunicare all’interno della rete.

Cerchiamo di capire cos’è l’indirizzo IP e come viene utilizzato.



In Internet e in tutte le reti che utilizzano il protocollo TCP/IP le comunicazioni tra dispositivi vengono effettuate indirizzando (il termine corretto è instradando) i dati in base all’indirizzo IP.
L’indirizzo IP (pubblico) è univoco. Questo significa che in tutto il mondo non potranno esistere due dispositivi connessi a Internet nello stesso momento che utilizzino lo stesso indirizzo IP (pubblico).
All’interno di una rete un dispositivo saprà a chi e dove instradare i dati grazie all’indirizzo IP fornito dal destinatario.

L’indirizzo IP viene quindi utilizzato per identificare in modo univoco un host (un computer, un modem router, un dispositivo mobile, una stampante) collegato a una rete. Questo indirizzo viene usato dall’interfaccia di rete dell’host che utilizza l’Internet Protocol (IP) come metodo di comunicazione per identificarsi e per scambiare informazioni.

Quando inviamo un file oppure quando ci colleghiamo a un sito web sappiamo dove si trova il computer da raggiungere grazie all’indirizzo IP.

venerdì 17 febbraio 2012

Gli smartphone hanno un indirizzo IP?

Se è connesso ad internet in qualche modo ovviamente sì ha un IP e se connesso alla stessa rete dati o eventualmente ad un router WiFi sarà sulla rete del gestore; nella quasi totalità dei casi è IP privato, salvo vari ritocchi, L'IP è sempre univoco e ce n'è solo uno.

Oltre all'IP assegnato dal tuo operatore telefonico per la tua connessione dati, hai anche un IP e un gateway per il Wi-Fi che ti consente di connetterti a tutti i PC della tua rete o di effettuare una connessione dati senza ricorrere a un operatore telefonico.


I telefoni e i computer collegati alla stessa rete hanno lo stesso indirizzo IP?

Hanno la stessa classe IP, ovvero se la subnet mask è 255.255.255.0 i primi tre numeri sono uguali, l'ultimo è diverso e identifica il dispositivo, ogni dispositivo in rete deve avere un numero finale diverso.

Di solito i PC fissi e i dispositivi noti vengono configurati manualmente, mentre gli IP dei dispositivi connessi al Wi-Fi vengono assegnati da DHCP in tutti i modem router, gli ambiti DHCP sono configurati, nell'esempio seguente presumo che DHCP sia configurato per assegnare IP da 201 a 240.

Ad Esempio :

Modem Router 192.168.1.1 (configurato). L'IP 192.168.1.1 sarà il gateway Internet per tutti i device.

Cellulare1 via Wi-Fi 192.168.1.201 (assegnato dal DHCP)

Cellulare2 via Wi-Fi 192.168.1.202 (assegnato dal DHCP)

Portatile1 via Wi-Fi 192.168.1.203 (assegnato dal DHCP)

Portatile2 via Wi-Fi 192.168.1.204 (assegnato dal DHCP)

PC1 via LAN 192.168.1.11 (configurato)

PC2 via LAN 192.168.1.12 (configurato)

IPCAM1 via LAN 192.168.1.51 (configurato)

IPCAM2 via LAN 192.168.1.52 (configurato)

IPCAM3 via Wi-Fi 192.168.1.205 (assegnato dal DHCP)

AP1 Wi-Fi via LAN 192.168.1.71 (configurato)

AP2 Wi-Fi via LAN 192.168.1.72 (configurato)

Stampante via LAN 192.168.101 (configurato)

Stampante via Wi-Fi 192.168.1.206 (assegnato dal DHCP)

mercoledì 15 febbraio 2012

Cosa puo fare con un CLOUD

Cosa si può fare con il cloud

Da questa semplice definizione è chiaro che il cloud ha a che fare con una molteplicità di applicazioni e strumenti, che possono essere sfruttate dall’utente finale senza bisogno di installare fisicamente qualcosa. Per sfruttare la nuvola è sufficiente infatti posserdere un device (dallo smartphone al laptop) e un accesso a Internet. Infatti chi è connesso al cloud, sfruttando Internet, gestisce da remoto le risorse offerte dal provider, seguendo questo paradigma di utilizzo, i servizi IT si trasformano da on premise a on demand.  Anhe i semplici utenti privati entrano quotidianamente in contatto con quella che è la più “antica” ed elementare forma di cloud, vale a dire l’email, che risponde perfettamente alle indicazioni della definizione abbozzata in precedenza: infatti la casella di posta elettronica, a prescindere dal provider, è un servizio accessibile da qualunque dispositivo connesso a Internet ed è fruibile senza bisogno di installazioni o quant’altro. 

 
Sulla base di questo schema tutti quanti noi fruiamo di servizi cloud per ascoltare musica o guardare film su Internet (il cosiddetto streaming), oppure per archiviare immagini o altri tipi di file senza doverli per forza conservare sul proprio dispositivo. In buona parte questi servizi cloud destinati al consumer sono gratuiti, dunque è chiaro che il volume di affari crescente della nuvola è soprattutto legato al mondo aziendale, che sempre di più utilizza le potenzialità dei servizi di cloud computing per aumentare la propria produttività. Sono infatti tantissime le cose che si possono fare grazie al cloud: ad esempio creare nuovi servizi e applicazioni, archiviare i propri dati ed eseguirne il backup e il ripristino, ospitare siti Web e blog, fornire software on demand, analizzare i dati (Data analytics) per ricavarne modelli ed eseguire stime e tanto altro ancora.

I benefici del cloud
è vero, d’altra parte, che questi servizi potrebbero in linea teorica essere fruiti on premise, ossia con un software installato localmente nel proprio parco hardware. Anzi, si può dire che sino a una dozzina di anni fa era questa l’unica modalità possibile per l’IT. Allora perché si sceglie in misura crescente il cloud? Perché ci sono tutta una serie di vantaggi, economici e di produttività. Quello più semplice da percepire, da parte di un’azienda, è la possibilità di usufruire in maniera rapida di risorse IT flessibili e a basso costo. In particolare, con il cloud computing non è necessario effettuare grandi investimenti in infrastruttura hardware o dedicare molto tempo a impegnative attività di gestione dell’hardware. Al contrario, è possibile effettuare il provisioning delle risorse di elaborazione in base a esigenze specifiche, ad esempio per sviluppare un’idea nuova, anche perché il pagamento è legato all’utilizzo effettivo. Emblematico è il caso di Pokemon GO, il celebre gioco sviluppato dalla Niantic e che si è appoggiato su un’architettura cloud, che ha risposto appieno alle esigenze di flessibilità. In effetti nei primi mesi l’applicazione in questione è stata utilizzata da centinaia di milioni di persone, numero diminuito poi drasticamente con il passare del tempo. Se la Niantic avesse dovuto acquistare risorse hardware dedicate per coprire la domanda iniziale, probabilmente a quest’ora sarebbe già in fallimento. Con il cloud, invece, è stato sufficiente rinunciare progressivamente a occupare spazio sul cloud man mano che diminuivano gli utenti. La nuvola si fonda infatti sul modello del Pay per Use: gli utilizzatori pagano solo in base all’uso effettivo, con contratti che possono essere spesso definiti su base mensile. Dunque, per dirla, in maniera più “formale”, Il cloud computing elimina le spese di capitale associate all’acquisto di hardware e software e alla configurazione e alla gestione di data center locali, che richiedono rack di server, elettricità 24 ore su 24 per alimentazione e raffreddamento ed esperti IT per la gestione dell’infrastruttura, con vantaggi importanti in termini di costi.

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