giovedì 14 gennaio 2016

La differenza tra hacker e cracker

Anche sul sito della Polizia postale italiana si trovano interessanti approfondimenti sulla figura dell'hacker e sulle pratiche di hacking. In particolare alla voce hacking, si ricorda correttamente che: “Il New Hacker´s Dictionary di Eric S. Raymond definisce un hacker come qualcuno che ama esplorare le possibilità offerte da un sistema informativo e mettere alla prova le sue capacità, in contrapposizione con la maggior parte degli utenti che preferisce apprendere solo lo stretto indispensabile.” E poi aggiungono: “Questo è, ovviamente, il concetto di hacker espresso con un valore positivo. Vi è tuttavia da segnalare che dell´intento puramente ludico che spingeva i primi hacker ad agire poco è rimasto.” E qui qualche dubbio ci viene… Ma poi nella medesima voce aggiungono una precisazione importante: “si usa distinguere tra la figura dell´hacker e quella del cracker. I cracker sono coloro che fanno attività di hacking a scopo di lucro. Entrambe le figure, per la legge italiana, sono punibili.” Non è proprio così: esistono anche i cracker etici. E poi molti hacker lavorano a migliorare i software aziendali, a ripararne i difetti e a rendere affidabili le reti di comunicazione che usiamo ogni giorno.


Ad ogni modo è un'ottima informazione, sintetica e popolare abbastanza da essere capita da tutti. In realtà la classificazione delle tipologie di hacker è assai più complessa e variegata e anche il giudizio di valore che possiamo dare degli hacker, giudizio che raramente mette tutti d'accordo, dipende da quello che se ne sa. Noi ad esempio sappiamo che gli hacker sono gli eroi della rivoluzione informatica come diceva Steven Levy e che sono i progenitori di imprenditori come Bill Gates e Steve Jobs, hacker anch'essi, e che hanno tenuto a battesimo la cultura californiana delle startup che da qualche anno è sbarcata anche in Italia.

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