domenica 29 marzo 2020

Ragioni storiche della diatriba SEO fra sottodomini e sottodirectory

Ci osno ragioni storiche di contrasti fra gli esperti SEO sull’uso dei sottodomini e delle sottodirectory deriva anche da Google, che quando parla del confronto fra le due tipologie di soluzioni tecniche, le distingue solamente in base alla facilità di gestione e non ad altre questioni più concrete.

Per prima cosa, infatti, gli utenti più attenti notano che la stessa Google usa i sottodomini per distinguere i prodotti differenti dal motore di ricerca, ma gli stessi poi vengono reindirizzati a delle vere e proprie sottodirectory. Questo accade con Google Maps, raggiungibile dall’indirizzo google.it/maps, ma anche da maps.google.it, con Google Images, raggiungibile dall’indirizzo google.it/images, ma anche da images.google.it e via discorrendo. Di contro, prodotti direttamente non dipendenti dal motore di ricerca, come Gmail e Drive, sono disponibili sugli appositi sottodomini e le sottodirectory sono re-indirizzate ai sottodomini (mail.google.com per Gmail e drive.google.com per Drive).

Al di là di questo, nel 2007, Matt Cutts di Google, conosciuto nell’ambiente SEO come guru del motore di ricerca, riguardo ai sottodomini sosteneva:

“La mia preferenza personale sullo scontro fra sottodomini e sottodirectory è che io di solito preferisco la comodità di una sottodirectory per la maggior parte dei miei contenuti. Un sottodominio può essere utile per separare il contenuto che è completamente diverso. Google utilizza i sottodomini per i suoi prodotti distinti, come per esempio news.google.com o maps.google.com. Se si è un webmaster o un SEO alle prime armi, è meglio utilizzare le sottodirectory fino a quando si inizia a essere abbastanza sicuri con l’architettura del proprio sito. A quel punto, si sarà meglio attrezzati per prendere la decisione giusta per il proprio sito.”

Nel 2012 questa posizione è stata ulteriormente confermata da un video che parla esplicitamente di facilità d’uso, ma ciò che stupisce è che nel 2011, cioè un anno prima, per risolvere la questione di HubPages, una piattaforma di online publishing severamente colpita dall’introduzione dell’algoritmo Google Panda, lo stesso Matt propose l’uso dei sottodomini e con questa soluzione Hubpages recuperò oltre il 50 percento del declino di traffico dovuto al differente rank assegnato da Panda.

Certo, c’è chi direbbe che in realtà con l’uso dei sottodomini Hubpages ha permesso di separare contenuti nettamente diversi, ma quanto accaduto dimostra chiaramente che ricorrere ai sottodomini invece che alle sottodirectory non è solo una questione di preferenza e facilità, ma ha dei vantaggi ben netti che non possono essere ignorati.

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