lunedì 14 maggio 2012

Come si scrive un Blog?

Per scrivere nuovi contenuti sul blog basta andare nel pannello di controllo e aggiungere nuovi articoli. In questo modo inizi a dare continuità alla tua opera. E a sfruttare il vantaggio competitivo del blog rispetto ad altre realtà online: la possibilità di creare contenuti con una sequenza temporale precisa.



Quando ti trovi nell’editor di testo puoi scrivere un titolo (indispensabile per attirare l’attenzione del lettore e del motore di ricerca), il testo e contenuti multimediali come le immagini e i video. A destra ci sono dei moduli per organizzare i contenuti (data di pubblicazione, tag e categorie). Alla fine puoi definire delle informazioni per l’ottimizzazione SEO come il tag title e la meta description. Questo però se hai aggiunto WordPress SEO by Yoast o altri plugin simili.
Questa è la combinazione per pubblicare un post, ma come si scrive un blog nel tempo? Hai bisogno di un calendario editoriale, di un documento per gestire le pubblicazioni. Individua gli argomenti utili ai tuoi lettori e inizia ad appuntare i titoli indispensabili al tuo scopo. Con costanza e senza mollare tutto se i risultati non arrivano subito: è normale. 

giovedì 10 maggio 2012

Dietro le quinte degli influencer: la verità su come diventare famosi sui social media

Diventare un influencer sui social media può sembrare un sogno lontano per molti, ma in realtà ci sono alcune strategie che possono aiutarti a raggiungere questo obiettivo. In questo articolo esploreremo alcune delle verità dietro le quinte degli influencer e vedremo come diventare famosi sui social media.

Innanzitutto, è importante capire che diventare un influencer richiede tempo e dedizione. Non c'è una formula magica per diventare famosi overnight, ma ci sono alcune cose che puoi fare per aumentare la tua visibilità e la tua portata sui social media.

La prima cosa da fare è scegliere una nicchia specifica. Gli influencer che hanno successo sono quelli che si concentrano su un argomento specifico, come la bellezza, la cucina, la moda o il viaggio. Scegli un argomento che ti appassiona e che sai di poter trattare bene, e inizia a creare contenuti di qualità su di esso.

In secondo luogo, è importante avere una presenza costante sui social media. Gli influencer che hanno successo pubblicano contenuti regolarmente e interagiscono costantemente con il loro pubblico. Scegli alcune piattaforme social che si adattano meglio al tuo contenuto e concentrati su di esse, invece di cercare di essere presente su tutte le piattaforme.

Infine, sii autentico e sii te stesso. Gli influencer più seguiti sono quelli che sono sinceri e trasparenti con il loro pubblico, e che condividono sia i loro successi che i loro fallimenti. Non cercare di essere qualcun altro, ma piuttosto sii te stesso e condividi la tua vera storia con il mondo.

In conclusione, diventare un influencer sui social media richiede tempo e dedizione, ma se segui questi consigli e crei contenuti di qualità, interagisci costantemente con il tuo pubblico e sei te stesso, avrai maggiori possibilità di successo.

lunedì 7 maggio 2012

Come creare un Blog

Descritto in questo modo è naturale apprezzare l’idea di inaugurare un diario online. Quindi la domanda è questa: come creare un blog? Ci sono diverse soluzioni, alcune gratuite e altre a pagamento. Se vuoi un blog gratis puoi puntare su servizi che mettono a disposizione un content management system in cambio del tuo contatto email. 


Qualche esempio?
WordPress.com è sicuramente una delle realtà migliori: lavora sull’omonimo CMS (pensato proprio per fare blogging) e puoi essere online in 2 minuti. Google offre un’opportunità simile: si chiama Blogger e ha come vantaggio sostanziale la possibilità di inserire banner Adsense fin dal primo momento.
Altre realtà per fare blogging gratis? Altervista, ma anche Medium e Tumblr. La mia opinione è semplice: se vuoi aprire un blog e pensare a una futura attività di monetizzazione ti conviene iniziare con una soluzione self hosted. Ovvero ospitata su un server che hai pagato, con tutti i privilegi del caso. La sequenza è questa:
  • Compra un dominio;
  • Acquista un hosting;
  • Scarica WordPress dal sito ufficiale;
  • Carica WordPress sull’hosting e abbina il dominio.

Sei pronto per pubblicare. Sembra un’attività complessa? Devi avere delle competenze specifiche altrimenti rischi di non pubblicare il tuo blog. La soluzione: affidati a un bravo webmaster o acquista un piano hosting con WordPress già installato.

mercoledì 2 maggio 2012

Quanto si guadagna con un Blog ?

Se hai un Blog che genera almeno 1000 visite al giorno e vuoi conoscere il tuo potenziale di guadagno?


Il tuo reddito può variare in base alla nicchia e al metodo di reddito.

Le entrate da Adsense, anche se come al solito consiglierei di non ricavare solo entrate da Adsense, variano molto tra le diverse nicchie e non sono scolpite nella pietra tutti i giorni. Possiamo calcolare le medie mensili, ma le medie giornaliere non equivalgono al reddito regolare.

Il CPC può variare da 1 centesimo a qualche euro a click, Ad esempio, se ricevi 1000 visite e solo il 3% dei tuoi annunci fa clic sul tuo annuncio, considerando che hai un profitto potenziale da 0,01 € a 1 € per clic, ciò significa un profitto minimo di 15 €.


Sì, ma quanto guadagna un Blog di 1000 visite al giorno?

Diversi esperimenti e studi hanno dimostrato che un Blog con una media di 1000 visite giornaliere può guadagnare circa 30-500 euro al mese.


Quanto guadagna un Blog con 10.000 visite al giorno?

Con una media di 10.000 visite al giorno può guadagnare da € 300 a € 5.000 al mese.

Poiché il tuo traffico è molto elevato, se decidi di provare il marketing di affiliazione o la vendita di prodotti, ovviamente sarai in grado di ottenere più conversioni di un Blog che genera 1000 visite al giorno.

Puoi anche essere pagato di più per i post sponsorizzati, poiché sarai in grado di aumentare significativamente la visibilità dell'azienda del tuo cliente.


lunedì 30 aprile 2012

I dati sull’ecommerce in Italia nel 2012

Il 17 aprile CASALEGGIO ASSOCIATI ha presentato il focus annuale sull’ecommerce in Italia nel 2012.

E’ un rapporto molto interessante che esamina molti aspetti del settore e che è scaricabile alla voce e-Commerce in Italia 2012.



L’ecommerce in Italia recupera sull’Europa.

Nell’attuale situazione di crisi economica e di compressione dei consumi, l’ecommerce cresce anno su anno in tutta Europa. I mercati più importanti sono il Regno Unito, la Germania e la Francia.
In Italia, da un paio di anni, l’ecommerce cresce con un valore superiore alla crescita generale in Europa.
Il rapporto stima che in Europa i consumatori online siano 381,5 milioni con una media di 27,5 ore per persona, dato riferito al mese di dicembre 2011.

    In Italia gli utenti attivi a dicembre 2011 sono stati 27,6 milioni  e l’audience online cresce nel giorno medio del 7,3%.
    Il fatturato delle vendite online si attesta sui 18,97 miliardi di euro nel 2011.


La mia opinione è che la crescita dell’ecommerce in Italia avvenga in coincidenza con una profonda trasformazione della rete commerciale italiana e che questa trasformazione abbia più valore delle innovazioni tecnologiche e della diffusione dell’adsl.


Alcune tendenze dell’ecommerce in Italia.

I produttori vogliono saltare l’intermediazione commerciale. Questo aspetto è particolarmente vero e si nota nelle aziende che producono moda, tessile abbigliamento, e che per molti anni erano restie alla vendita online.

Il mobile guida le integrazioni online offline. La rete serve a portare clienti nei negozi fisici che abbiano compiuto una ricerca online, oppure a creare nuove esperienze del cliente sempre all’interno dei punti vendita.

Crescono esperienze multicanale e formati flessibili. A fianco dei grandi pure players (coloro che vendono solo online) è la presenza ubiqua, ricercabile, rintracciabile che fa la differenza tra un commercio statico ed uno dinamico. Ci sono sicuramente da superare molti problemi di logistica, di tempo di consegna, ma appare una strada obbligata.

Prezzi dinamici, vendite a tempo, occasioni.
Al di là del successo di Groupon, Privalia, Vente Privee, le vendite istantanee cambiano il rapporto tra il cliente ed il prodotto creando un senso di urgenza, ma anche di appartenenza. Alla luce del successo di questi formati, che possono anche essere declinati nei propri siti ecommerce, appare molto sterile la periodica polemica sui saldi e sui prezzi di vendita.
Internet e la vendita online stanno cambiando la percezione del prezzo ed il modo di comporre e gestire la marginalità sui prezzi di vendita.

I social media ed un marketing interattivo.

Le intenzioni di acquisto cominciano con una ricerca online, una forte integrazione con i social media e con i protocolli Open Graph di Facebook riesce a costruire profili demografici e di utilizzo del sito che si integrano con la tradizionale web analytics.

Perché i clienti scelgono uno o l’altro prodotto?

    Credibilità del marchio 49%
    Ampiezza della gamma 32%
    Fidelizzazione dei clienti 31%
    Politiche di prezzo 22%
    Servizi aggiuntivi 13%
    Tempi di consegna 9%

E’ evidente che se un operatore non è un marchio molto conosciuto deve necessariamente far leva sugli altri valori. Il cliente perdona tempi di consegna lunghi ad un brand molto noto, ma esige la consegna immediata da un nuovo attore. E del resto la politica di crescita del brand comincia con la massima affidabilità sulla corrispondenza tra prodotto descritto e consegnato e tempi veloci di rimessa della merce.

Marketing online.

    Keyword adverting 23%
    SEO 17%
    Email marketing 12%
    Social media 11%
    Comparatori 11%
    Affiliazione 5%
    Stampa 5%
    Banner 5%
    Televisione 3%
    Radio 1%

Interessante notare che il livello di soddisfazione delle aziende protagoniste sullo studio è inversamente proporzionale all’investimento il social media marketing. Se il mix dell’investimento è più orientato al PPC e all’email marketing il livello di soddisfazione aumenta: segno che bisogna ancora trovare un giusto modo di investire sui social media –  e molte aziende lo hanno fatto. 

Opportunità internazionali.

Le aziende italiane sono ancora poco orientate a mercati diversi dal mercato nazionale, nonostante esista un interesse per i prodotti italiani. E’ un problema di lingua, di minorità, di imposizione fiscale, di politica dei prezzi e di costi di spedizione e consegna.
C’è una importante azione di lobbyng a Bruxelles per unificare le politiche nazionali  a favore delle vendite transfrontaliere, condotta da diversi operatori e sostenuta anche da eBay.

Al di là delle situazioni contingenti, va sottolineato che esiste grande spazio per la crescita dell’ecommerce dei prodotti italiani in altri mercati e che se questo spazio non sarà preso dai produttori, distributori e commercianti italiani, non resterà certo vuoto, ma sarà preso da sicuramente da altri competitori agguerriti. 

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