venerdì 8 luglio 2016

Professione Youtuber

Tra le nuove professioni a cui la tecnologia ha aperto le porte c'è un mestiere insolito: lo Youtuber. Ma cosa fa di preciso uno youtuber? Posta video su youtube, semplice. E li condivide, aspettando che diventino virali.


Francesco Sole, nella vita reale Gabrile Dotti, è un ragazzo di Modena di 21 anni che, fino a poco fa, studiava economia. I suoi video parlano di come affrontare gli esami, descrivono scenari di vita quotidiana in compagnia di telefonini e chat, raccontano vissuti sui social media e trattano  di situazioni sentimentali. In 12 mesi, con 11 video, Francesco, ha raggiunto la quota di 194.623 iscritti.

Fare lo youtuber è una vera è propria professione: si guadagnano  fino a 1000/1200 euro al mese attraverso pubblicità e partnership. Non è facile emergere per i giovani nel contesto lavorativo ma, attraverso il web, una persona può ottenere visibilità in poco tempo. Francesco dice che, nella giungla del web, trovare un video montato con cura è difficile. Studiare i dettagli è importante per farsi notare.

I mezzi sono gratis: in rete si trovano gli strumenti per farsi conoscere. Si può guardare al web come mezzo per farsi notare. Non ci si deve muovere a caso: bisogna analizzare i social media, conoscere gli stumenti a disposizione, studiare anfratti, punti di forza e attrattive. Facebook  è lo strumento principe per diffondere video: è il social media con più eco virale, sostiene Francesco. I video non si riprendono, si “scrivono” con iMovie e Final Cut.
Il web è uno strumento per “far passare idee” e permette alle persone di identificarsi nei modelli sociali dominanti: veicola contenuti e punti di vista.  Quando un video diventa virale, viene diffuso dalla rete in maniera esponenziale. Il lato oscuro della medaglia, in questo mestiere, è la variazione costante nei ricavi.

Il mestiere “youtuber” si può paragonare a una condizione di lavoro autonomo: producendo video si guadagna, restando fermi si perde popolarità. E, se scende il livello di popolarità, si perde gran parte del lavoro svolto. Si lavora cercando di riuscire a mantenere costante nel tempo il numero di visualizzazioni. Ed ecco la principale problematica: non bisogna mai abbassare mai la guardia.

Difficile rimanere sempre sulla “cresta dell'onda”. Per questo motivo, non bisogna guardare a questo lavoro come un approdo ma, vedere in esso un punto di partenza per arrivare ad altri lidi. Fondamentali sono il differenziarsi rispetto agli altri, la cura nel montaggio e il raccontare situazioni quotidiane in cui le persone si possano rispecchiare. La chiave sta nel parlare ai giovani con il linguaggio dei giovani.

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