La chiusura forzata del paese per contrastare il contagio ha cambiato
radicalmente le abitudini degli italiani. Tra queste, da tempo, c’è
quella di fare gli acquisti online. Secondo le stime appena pubblicate
da Netcomm, in Italia sono stati 2 milioni i nuovi consumatori online tra gennaio e maggio (in tutto il mercato conta 29 milioni,
quasi la metà della popolazione) e, di questi, 1,3 milioni sono da
attribuire all’impatto dell’emergenza sanitaria che ha costretto la
maggior parte della popolazione a casa tra smart working e altre attività. Negli stessi mesi dello scorso anno il numero di nuovi arrivati nella piazza dell’eCommerce era stato di appena 700mila persone.
Pet care, cibi freschi e confezionati, prodotti per la cura della casa e della persona sono i settori che hanno visto gli incrementi maggiori. E il lockdown ha ricordato alle aziende l’importanza di digitalizzarsi
Con due milioni di nuovi clienti tra gennaio e maggio, l’e-commerce in
Italia ha fatto un salto evolutivo di dieci anni. Ma è ancora
consistente il ritardo della distribuzione, soprattutto in termini
organizzativi e di competenze digitali
L’edizione in live streaming di Netcomm Forum, pur con qualche
problema tecnologico (d’altro canto un live streaming per oltre 2000
iscritti è qualcosa che in questi tempi straordinari è di per sé un
fatto straordinario), ha fatto il punto sull’evoluzione dell’e-commerce,
«che non è più solo un’opzione, ma una strategia chiave per lo sviluppo
del proprio business e per la ripresa economica del nostro paese», come
ha notato Roberto Liscia, presidente di Netcomm.
E
nella Caporetto dei consumi, l’e-commerce è il settore che crescerà di
più (fino a +55%) a livello mondiale con l’impatto del Covid-19, seguito
da modern food retail (fino a +23%) e vendita all’ingrosso di prodotti
farmaceutici (fino a +15%). E anche nei settori più colpiti, anche
online, il 77% dei merchant online ha dichiarato di aver acquisito nuovi
clienti durante questa fase di emergenza sanitaria.
L’azzeramento
del turismo e, in buona parte dell’abbigliamento, non sono compensate
certo dalla crescita a due cifre del food & grocery e
dell’arredamento, tuttavia è opinione diffusa che molti cambiamenti
diventeranno strutturali nel prossimo quadro di un’Italia più digitale.