Visualizzazione post con etichetta facebook. Mostra tutti i post
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venerdì 14 luglio 2017

Esistono alternative a Ebay ?

Con questo non è che non esistano altri siti come eBay, anzi è stato un sito molto copiato ma finora nessuno dei competitors è riuscito ad acquistare la medesima popolarità. Ne a conquistare una simile aurea di affidabilità agli occhi degli utenti.

In questo approfondimento andremo proprio a vedere i migliori siti come eBay, siti che possano essere utilizzati come alternative.
Negli ultimi mesi l'unica vera alternativa a eBay ci sembra il Marketplace di facebook 
 
La prima volta che abbiamo sentito parlare di Marketpalce, è stato nell'ottobre del 2016, quando Facebook ne ha dato il comunicato, descrivendolo come “una comoda destinazione per scoprire, comprare e vendere oggetti con le persone della tua comunità.

Semplicemente un nuovo modo, per gli inserzionisti, per raggiungere potenziali clienti. Ma scopriamo nel dettaglio cos'è Marketplace di Facebook e perché dovresti usarlo, dato che dietro quell'adorabile iconcina c'è molto più di un mercato virtuale.

Parleremo settimana meglio e approfondiremo il Marketplace di facebook

 

mercoledì 3 maggio 2017

Caricare video su facebook o YouTube ?

Confronto

  1. Sicuramente i video su Facebook hanno visibilità limitata, a meno che tu non li metta in evidenza, tutto sta nell'impatto di condivisione iniziale.
  2. Facebook è però più immediato, verrà visualizzato subito da un gran numero di utenti. Youtube ha bisogno, perché il tuo video venga notato, di lavorare bene su parole chiave, tag e descrizione, ma chi si trova su Youtube è lì proprio con l'intento di guardare un video a differenza di Facebook.
  3. Youtube si presta meglio per contenuti più lunghi. Il cosiddetto “attention span” di Facebook, ossia quanto un utente rimane su un video prima di annoiarsi, è decisamente più basso. Su Youtube vanno meglio contenuti di tipo “how-to” e di informazione. I video promozionali stanno meglio su Facebook
  4. Youtube è più una piattaforma da “search intent”, cioè gli utenti cercano spesso un contenuto tramite Youtube stesso o Google. Questo significa che un tuoi contenuto può diventare un evergreen ed essere visto anche molto tempo dopo essere stato prodotto. Facebook da questo punto di vista è più legato al momento e il ciclo di vita dei filmati è spesso più breve.
 
 

venerdì 21 aprile 2017

Visibilità Video meglio Facebook o Youtube ?

è meglio caricare un video in YouTube o in Facebook per dargli la massima visibilità? Fino a qualche anno fa se qualcuno ci avesse chiesto di studiare un piano che comprendesse anche il lancio di un video non avremmo avuto dubbi: YouTube sarebbe stata la piattaforma che subito ci sarebbe venuta in mente. Tuttavia, in special modo nell'ultimo periodo, sono tanti i social network che hanno deciso di implementare funzioni volte alla diffusione di questo tipo di contenuto visuale: basti pensare a Instagram e Twitter, ma soprattutto Facebook che ha fatto propria la battaglia della “depenalizzazione” dei video più lunghi e sta puntando sempre più a privilegiare la visibilità dei video caricati direttamente nei suoi server.

L'attenzione crescente nei confronti dei video è tale da poter parlare della nascita del Video Marketing, un particolare tipo di strategia che mira a massimizzare i risultati della nostra campagna attraverso una serie di azioni che sfruttano appieno le potenzialità del contenuto video. A complicare ulteriormente la questione arriva la tendenza dei video in diretta e/o a 360 gradi, volti a regalare all'utente un'esperienza davvero immersiva e in grado di coinvolgerlo in prima persona.

Anche se il video marketing non si esaurisce con la sola strategia sui social network (il nostro consiglio, infatti, è quello di prediligere una strategia multicanale che preveda l'inserimento di contenuti video sul nostro sito e in qualche caso perfino nelle email), è indubbio che la scelta della piattaforma più adatta a ospitarli e promuoverli rivesta un ruolo importante per il raggiungimento degli obiettivi che ci siamo prefissati.

Per capire quale piattaforma scegliere tra YouTube (tradizionale e per questo affidabile) e Facebook (la novità con indubbie potenzialità)bisogna partire dall'analisi degli obiettivi primari a cui si punta.

Se il nostro obiettivo è fare in modo che il nostro video raggiunga il maggior numero di utenti possibile e decidiamo di optare per un'operazione un po' più massimalistica, allora la piattaforma che fa per noi è Facebook. Il Social Blu, infatti, offre maggiori probabilità di raggiungere gli utenti (anche se non era loro intenzione cercare o guardare un video) oltre che una funzione di autoplay (seppur senza audio) che potrebbe convincere anche chi non ci conosce a soffermarsi (a patto che trovi il contenuto interessante).

Su YouTube, d'altro canto, è vero che perché il nostro video venga notato occorre lavorare bene con parole chiave, tag e descrizione (sono questi i parametri che ci consentiranno di essere trovati all'interno della sezione “Video Consigliati”) ma dall'altra parte avremo la certezza di raggiungere utenti che si trovano sulla piattaforma proprio per fruire di questo genere di contenuti e quindi già più coinvolti rispetto a quelli che possiamo trovare su Facebook. Peraltro introducendo una giusta descrizione con parole chiave ben studiate, Google potrebbe premiare il nostro video e indicizzarlo in modo significativo, rendendo possibile trovarlo anche a partire da ricerche effettuate al di fuori del sito.

Parlando dal punto di vista di chi produce e carica il video e spera di guadagnarci qualcosa, la risposta è univoca: YouTube al momento si trova in una posizione di vantaggio. Sono anni infatti che la piattaforma affina strumenti e metodi per andare in contro ai bisogni dei creativi e degli inserzionisti; mentre per Facebook le possibilità di monetizzazione sono ancora un territorio quasi inesplorato e ci sono ampi margini di miglioramento. Lo stesso possiamo dire per quanto riguarda il tempo di upload: mentre sul Social Blu l'attesa può essere snervante e possiamo avere bisogno anche di 1 o 2 ore per caricare un paio di minuti di video, su YouTube bastano dai 10 ai 30 minuti al massimo.

Ricordiamo inoltre che anche se Facebook consente di condividere video presi da YouTube, se decidiamo di optare per il social network di Zuckerberg è meglio in ogni caso crearne uno fatto apposta e caricarlo per evitare che venga in qualche modo penalizzato.

martedì 14 marzo 2017

Comprare i "Mi Piace" su facebook SI o NO ?

Si tratta nel 99% dei casi di bot, programmi automatici che con un click mandano m piace, con l'illusione di aumentare il pubblico.

Si, illusione, per un motivo: non trattandosi di persone reali ciò che aumenterà è soltanto il contatore dei like, ma non vi sarà nessun riscontro in termini di conversioni, che queste siano vendite o semplici visite al sito.
Solitamente chi acquista like in questo modo lo fa per questioni di immagine, per presentarsi ai clienti o agli sponsor potendo vantare un numero elevato di fan.


Ma conviene? Assolutamente no, per varie ragioni. Facebook limita il numero di persone raggiunte dai post pubblicati: se la tua pagina ha ad esempio 1000 like, quando posti qualcosa non verranno raggiunti tutti, ma un numero limitato a prescindere (il numero varia secondo vari parametri, ma considera che potrebbero essere raggiunte dalle 100 alle 500 persone). Questo succede perché Facebook ha un sistema pubblicitario interno, Facebook Ads, e spinge affinché i proprietari delle pagine paghino per raggiungere il proprio pubblico. Se a questa limitazione imposta aggiungi like falsi, gente non reale, la reach organica, ossia il numero di persone vere raggiunte senza pagare alcunché sarà inferiore.

Comprare i “Mi Piace” ammazza i vostri affari!

Non avete neanche un'idea dei danni che quest'errore può causarvi. Eccovi i 5 più gravi:
  • EdgeRank. Facebook usa il coinvolgimento generato dalla vostra pagina per stabilire quanto interessante sia un certo vostro contenuto e a quante persone mostrarlo. Avere migliaia di sostenitori (farlocchi), inattivi e non coinvolti, vi farà apparire poco interessante agli occhi di Facebook e la portata organica dei vostri post crollerà inesorabilmente.
  • Credibilità. Gli utenti, oggi, sono molto più smaliziati di un tempo e non si lasciano fregare dai numeroni. Che giudizio pensate si facciano di voi quando vedono che la vostra pagina ha un milione di fan e il vostro ultimo post appena due “mi piace”? Vi rispondete da soli o “fuffa” lo dobbiamo scrivere noi?
  • Dati da analizzare. Tra i grandi vantaggi che dà l'arduo lavoro di costruire una vera base di sostenitori su Facebook, ci sono le informazioni che ne potete ricavare. Quanti anni hanno i vostri clienti ideali? Dove vivono? Quali sono i loro interessi? E così via. Questa miniera di informazioni scompare nel momento in cui una gran parte del vostro parco utenti è falsa.
  • Pubblicità. Avete mai pensato a quanto vi costano i “mi piace” falsi oltre al prezzo di acquisto? Credo di no, altrimenti non riceverei tutte le email che ricevo di clienti che si lamentano della stessa cosa! Pensateci adesso: quando fate una Pubblicità su Facebook dovete pagare anche per raggiungere quegli utenti che avete comprato, e quanti più ne avete tanto più questi “zombie” vi succhieranno il budget. Non c'è modo di filtrarli e, come vedrete dai numeri, la quantità di danaro che vi costringeranno a sprecare fa paura!
  • Tempo. Una volta che vi rendete conto della grande sciocchezza fatta comprando “Mi PIace” su Facebook fasulli, preparatevi a spendere notti e notti a liberare la vostra Pagina da tutta i follower fuffa. Fa male eh? Ma ve l'avevo detto no?

lunedì 28 marzo 2016

La frequenza dei post conta su facebook ?

Come LinkedIn, anche Facebook fa in modo di non riempire i feed degli utenti con i post di una stessa azienda, e il secondo post della giornata in genere “oscura” il primo
 
 
In più, sostiene HubSpot, se i post sono numerosi ma l'engagement è basso, l'algoritmo di Facebook potrebbe anche “punire” la pagina rendendo i post poco visibili. Le pagine con almeno 100 fan ricevono in media un clic per ognuno dei primi due post, mentre per per ogni post successivo l'interazione continua a calare. La stima di HubSpot è che il numero ottimale di post per avere massima esposizione su Facebook sia fra i 2 e i 5 alla settimana

A meno che i post non ricevano tanti like o commenti (non meno di 5 interazioni): in questo caso Facebook – che guarda soprattutto all'engagement – premierà la pagina, mostrandone più post nei feed degli utenti. Non è facile avere visibilità sulla piattaforma più affollata del pianeta, ma è comunque necessario presidiarla, dice HubSpot. Molte persone (e molte aziende) fanno ricerche su Facebook e una pagina aziendale inattiva non è mai un buon segnale. Inoltre, è più facile che un “buon” post diventi virale su Facebook che non su LinkedIn o Twitter. E la viralità su Facebook porta inevitabilmente grandi numeri.

lunedì 7 marzo 2016

Quanti post mettere al giorno su facebook

Less is more: meno contenuti, maggiore qualità

Senza andarci a dilungare sugli elementi degli algoritmi di Facebook (sia per i contenuti organici che a a pagamento) che privilegiano la rilevanza sopra ogni cosa, il mio consiglio è quello di fare meno contenuti, meno post, ma concentrarsi di più sulla qualità degli stessi. 

Per parlare di numeri, per una piccola o media impresa, anche 2 o 3 post a settimana vanno benone, sui quali magari allocare un piccolo budget per dar loro maggior rilevanza (hai speso tempo e risorse per crearli, vorrai che li veda qualcuno o no?); credo che questa logica si possa applicare trasversalmente a tutti i settori, tranne a chi si occupa di notizie.

Qui infatti diventa determinante non solo il fattore tempo (se ne parli “per primo” hai più possibilità che la gente approfondisca la notizia da te), ma anche la quantità di news rilevanti che si vanno a pubblicare, per questo direi che, per chi lavora nel campo editoriale, è importante pubblicare anche più volte al giorno.

Non esagerare con tanti post “inutili” e di contorno, la gente è già sottoposta quotidianamente a un diluvio di informazioni e di stimoli esagerati, offline e online, e aggiungere “rumore” con il tuo brand difficilmente potrà esserti (e essergli) utile.



lunedì 28 settembre 2015

L'orario migliore per postare su facebook

Facebook il social per eccellenza con circa 2 miliardi di utenti al mese attivi sia da mobile, sia da desktop, è sicuramente la piattaforma più affollata al mondo. Riuscire a ottenere visibilità su questo social non è cosa semplice anche perché un algoritmo di Facebook impedisce di riempire i feed degli iscritti con più post di uno stesso brand.



Data l'affluenza di utenti è bene comunque presidiare costantemente Facebook puntando sulla frequenza dei post. Ne basta uno al giorno anche perché, se l'engagement di una pagina è basso, il famoso algoritmo di Facebook potrebbe penalizzare la pagina stessa, riducendo la visibilità dei post pubblicati.

Per quanto riguarda i giorni e gli orari migliori per postare, si consiglia:

  • sabato e domenica tra le ore 12.00 e le ore 13.00;
  • giovedì e venerdì dalle ore 13.00 alle ore 16.00.

In generale, l'orario dalle 13 alle 16 è quello migliore sia in settimana, sia nel weekend. Se il pubblico a cui ci si rivolge è B2B, è meglio puntare sul giovedì e il venerdì, a ridosso del fine settimana. Se, invece, l'audience è B2C, il sabato e la domenica sono indubbiamente i giorni più adatti a stimolare engagement.

mercoledì 19 febbraio 2014

Facebook compra Whatsapp per 19 miliardi di dollari

Dopo aver fallito nell'acquisizione di Snapchat, Mark Zuckerberg ha deciso di investire i suoi quattro miliardi di dollari in contanti per acquistare WhatsApp, l'app di messaggistica globale che conta 450 milioni di utenti attivi ogni mese e 320 milioni al giorno. Con un tasso di crescita di un milione di nuovi utenti registrati ogni 24 ore, WhatsApp ha cambiato il modo in cui il mondo comunica. Il maxiaccordo tra il social network di Zuckerberg e WhatsApp, fondato dagli ex Yahoo Jan Koum e Brian Acton, prevede 15 miliardi in azioni e quattro in contanti. Koum, co-fondatore e CEO di WhatsApp, si unirà a Facebook come dirigente di vertice e farà parte del consiglio di amministrazione. In caso di fallimento dell'accordo, ci sarà una penale di due miliardi di dollari.


Il maxiaccordo fra Facebook e WhatsApp rappresenta una delle più grandi acquisizioni nella storia della tecnologia e mira a rafforzare la posizione di Facebook come leader globale nella comunicazione mobile. Con WhatsApp, Facebook acquisirà una piattaforma di messaggistica di successo che ha rivoluzionato il modo in cui le persone si comunicano, sia a livello personale che professionale.

Inoltre, l'acquisizione consentirà a Facebook di espandersi in mercati emergenti, come l'India e il Brasile, dove WhatsApp è particolarmente popolare. Inoltre, l'acquisizione darà a Facebook accesso a un enorme gruppo di utenti attivi e potenziali inserzionisti.

L'accordo è stato accolto con entusiasmo da entrambe le parti, con Zuckerberg che ha dichiarato che "WhatsApp diventerà una parte importante della missione di Facebook di connettere il mondo" e Koum che ha dichiarato di essere "onorato di unirsi a Facebook e di continuare a costruire una migliore comunicazione per il mondo".







sabato 18 maggio 2013

Typosquatting: risarcimento a Facebook

Il 2012 è stato un anno record per il cybersquatting. L'OMPI stima che siano stati presentati più di 2.800 ricorsi per recuperare circa 5.000 nomi a dominio registrati illegalmente da terzi. La pratica di accaparrarsi nomi di dominio che includono altri marchi è tutt'altro che obsoleta e i proprietari di marchi noti sono costretti a trattare. Fortunatamente, nella maggior parte dei casi, i cybersquatter rappresentano lo scenario peggiore e devono trasferire il nome a dominio registrato e, nei casi peggiori, risarcire il legittimo proprietario dei danni.

Una forma specifica di cybersquatting è il typosquatting, che prevede la registrazione di un nome di dominio diverso da un nome di marca noto, ma che contiene errori di battitura che è molto probabile che gli utenti sbaglino a scrivere.

Anche Facebook ne sta pagando il prezzo, notando registrazioni di nomi come fagebook.com o www.facewbook.com, che spesso arrivano tramite una digitazione sfortunata e distratta.
Facebook ha quindi avviato un processo contro 11 persone accusate di trolling e la sua vittoria non è stata solo schiacciante, ma anche molto redditizia.

Il giudice, infatti, ha disposto il trasferimento di oltre 100 nomi a dominio sul social network, condannando gli imputati a pagare un totale di 2,8 milioni di dollari di danni.

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